MODUGNO – Ancora un’esplosione letale in una fabbrica di fuochi d’artificio. Stavolta è di almeno sette morti e diversi feriti, uno dei quali in gravi condizioni, il primo bilancio dello scoppio avvenuto nella fabbrica Bruscella, a Modugno (Bari). Sembra che nell’edificio vi fossero, al momento dell’esplosione, almeno 14 persone.
«Ci vorranno almeno 24 ore affinché i vigili del fuoco possano accedere in sicurezza nella struttura, che è crollata», riferisce il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe. «Solo allora – aggiunge – si potrà fare un bilancio delle vittime che ad ora appare tragicamente alto». Ci sarebbero anche alcuni dispersi. Non si avrebbero notizie, infatti, di almeno tre persone, dipendenti o collaboratori stagionali dell’azienda, che non figurebbero tra le vittime e le persone ferite e ricoverate in ospedale.
La fabbrica si trova poco fuori dell’abitato di Modugno, in direzione di Bitritto, ed è in una zona di campagna circondata da un boschetto che ha preso fuoco in seguito all’esplosione. Sul posto, oltre alle squadre dei vigili del fuoco al lavoro da terra, sono arrivati anche due Canadair. Secondo una prima ricostruzione, ad esplodere per primo sarebbe stato un furgone e successivamente la deflagrazione si sarebbe estesa a tutta la fabbrica.
I feriti e gli ustionati sono ricoverati al Polilicnico di Bari, al “San Paolo” e all’ospedale “Di Venere”. Intanto i Vigili del Fuoco stanno ancora arginando i roghi causati dalle esplosioni, che minacciano campagne ed un bosco circostante l’azienda.
La fabbrica Bruscella stava lavorando a pieno regime per la preparazione delle feste patronali che si susseguono nei vari paesi in questo periodo. Sul posto sono arrivati il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, con il sostituto Domenico Minardi, il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, e quello della città metropolitana, Antonio Decaro. La zona è stata completamente isolata e interdetta e gli artificieri stanno procedendo ad esplosioni controllate per disinnescare tutto il potenziale esplosivo contenuto nella struttura.