L’AQUILA – E’ arrivato Scipione l’Africano. La sua presenza si avverte nelle città, sulla pelle, lo respiriamo nell’acuirsi dei disagi causati dallo smog. E’ stata denominata in questo modo questa alta pressione nordafricana che dal 15 giugno sta inviando lungo il suo bordo occidentale aria sahariana verso la nostra penisola e l’Europa orientale.
L’apice del caldo si avvertirà nei prossimi giorni, quando sul 70-80% dell’Italia verranno superati i 34-35 gradi, con punte – probabilmente venerdì – di 36-28 gradi, senza tener conto del sensazione aggiuntiva di caldo apportata dall’elevato tasso di umidità sulle valli del Centronord.
Ma poi interverrà, sembra, una brusca svolta. Tra il 23 e il 24 giugno, secondo le proiezioni del Centro www.meteogiuliacci.it, l’anticiclone africano batterà in rapida ritirata, lasciando la strada libera per l’ingresso nel Mediterraneo del tanto atteso anticiclone delle Azzorre. L’«Azzorriano» seguiterà a portare ancora tempo bello e soleggiato sull’Italia (a parte una maggiore attività temporalesca sulle regioni alpine e adiacenti aree pedemontane).
In più – ed è questo il lato positivo – sospingerà verso la penisola fresche correnti in arrivo dal Medio atlantico (anziché dall’Africa). È ovvio che sotto tali condizioni le temperature massime scenderanno, pur restando, stante la serenità del cielo, su valori tipicamente estivi intorno 28-32. Ma intorno al 29 giugno probabile nuovo brusco cambio di rotta: ritorna l’anticiclone nord africano sull’Italia ove rimarrà fino ai primi di luglio. Di conseguenza le temperature massime torneranno a salire fino a raggiungere 33-34 gradi, soprattutto al Centrosud.
Questa evoluzione del tempo nei prossimi 15 giorni ha dei risvolti positivi per la collettività: da una parte la probabile prolungata persistenza del bel tempo per altri 15 giorni farà ovviamente felici gli operatori turistici e coloro che sono già in ferie; dall’altra parte l’ondata di caldo sembra meno terribile e meno duratura di quanto non si credesse fino a una settimana fa, quando qualcuno già parlava di «caldo record» e si temeva che l’evento avrebbe procurato alle persone anziane seri disagi e malesseri, con annesso aumento dei ricoveri ospedalieri.