L’AQUILA – Un’udienza telematica durata poco più di mezz’ora quella tenutasi al Tar dell’Aquila sul ricorso del Governo contro l’ordinanza Marsilio che ha riportato l’Abruzzo in zona arancione. A quanto si apprende il presidente Umberto Realfonso emetterà il decreto monocratico sulla sospensione o meno dell’ordinanza nella mattinata di domani.
Regione Abruzzo e Avvocatura dello Stato hanno confermato nel dibattito quanto contenuto nel ricorso dell’uno e la memoria difensiva dell’altro.
Ieri il Tar aveva respinto le richieste dei ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia che avevano chiesto ai giudici amministrativi la sospensione immediata dell’ordinanza firmata dal governatore Marsilio perché, secondo il Ministero della Salute, “l’allentamento delle misure di contenimento del contagio Covid rischia di provocare danni irreparabili per la popolazione in termini di rischi per la salute collettiva”. Il presidente del Tar Umberto Realfonzo aveva deciso di non tener conto della iniziale richiesta di prendere una decisione ‘inaudita altera parte’, ossia senza ascoltare la Regione, avendo optato col prendere in esame le due posizioni.
L’Avvocatura regionale avrebbe puntato nella memoria difensiva sul fatto che l’Ordinanza di Marsilio del 6 dicembre scorso, con cui l’Abruzzo torna zona arancione, è stata adottata al termine dei 21 giorni di zona rossa e questo sulla scorta dei dati in netto miglioramento registrati nei fine settimana antecedenti, come certificato dal Comitato Tecnico Scientifico Abruzzese. A tale proposito sono diminuiti i ricoveri, sia in terapia intensiva che in area medica, sono aumentati i posti letto e l’indicatore Rt, sotto l’ 1 per cento , si è praticamente allineato alle medie nazionali con un rischio complessivo classificato come moderato. Un miglioramento confermato anche dai successivi report della cabina di regia nazionale. Inoltre, nella memoria si evidenzierebbe l’intento principale dell’Ordinanza di Marsilio, ossia la volontà di salvaguardare la salute pubblica e la vita umana con quella di garantire la tenuta sociale ed economica. Tra le altre cose si contesterebbero gli assunti sulla mancata collaborazione tra Regione e Governo. Nel documento si fa menzione anche alla necessità di trovare supporti giurisprudenziali e sul principio di leale collaborazione Stato Regioni.
Nella diffida inviata alla Regione dal Ministro delle Regioni Francesco Boccia, lo scorso 6 dicembre, data in cui il governatore abruzzese ha firmato la ordinanza, si parlava di ritorno della Regione in zona arancione non prima del 9 dicembre.
“Le misure ampliative introdotte dalla Regione Abruzzo anticipando gli effetti o gli eventuali e, al momento non ancora adottati, provvedimenti di riclassificazione della Regione da zona rossa a zona arancione rischiano nell’attuale, delicato, contesto di portare ad un improvvisa impennata della curva dei contagi e gravissime e incalcolabili conseguenze nella salute delle persone e per la tenuta dei sistemi sanitari regionali“. E’ uno dei passaggi del ricorso presentato al Tar dell’Aquila dall’Avvocatura dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio.
“Eccesso di potere per difetto di istruttoria, carenza dei presupposti in fatto illogicità e violazione del principio di leale collaborazione”: sono queste le contestazioni che il governo nazionale formula alla Regione Abruzzo nel ricorso al Tar dell’Aquila contro la ordinanza con cui il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, ha cancellato la zona rossa reintroducendo senza l’avallo di Roma, quella arancione. Nel documento in cui la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della Salute chiede l’annullamento del provvedimento regionale. Il ricorso contesta anche la violazione costituzionale dei poteri dello Stato, essendo la competenza della emergenza sanitaria causata dalla pandemia dello Stato centrale.