MONTESILVANO – Mancano pochi giorni alla scadenza delle manifestazioni d’interesse per ospitare i non oltre 161 profughi nel Comune di Montesilvano. Prosegue quindi la ricerca di nuovi locali per l’accoglienza dei migranti nell’ambito della progettualità dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che vede Montesilvano tra i primi Comuni abruzzesi ad aver aderito a questa tipologia di accoglienza al fine di gestire autonomamente questo fenomeno e non delegandolo alla Prefettura come accaduto fino ad oggi.
L’Amministrazione Maragno ha emanato un avviso pubblico, con scadenza all’8 maggio, per cercare gli immobili nei quali verrà accolto, in gruppi frazionati, un numero massimo di 161 migranti. Gli edifici, oggetto del bando, dovranno avere una capacità ricettiva non inferiore a 10 posti, anche suddivisibili in più moduli non superiori a 6 posti, e non superiore a 60 posti in moduli da 30 posti al massimo.
Gli immobili non potranno essere hotel e non dovranno trovarsi in zone a spiccata vocazione turistica o commerciale, aree già ad alta concentrazione di stranieri o ancora a rischio ordine pubblico. “Il sistema SPRAR – dice l’assessore alle Politiche Sociali Ottavio De Martinis – è l’unico in grado di trasformare la percezione nei cittadini del migrante, sino ad oggi considerato un rischio, un peso e un pericolo. Frazionare il numero dei profughi in tanti piccoli gruppi significa infatti evitare quelle concentrazioni in un’unica area che hanno dato vita a dei veri e propri ghetti”.
E ancora: “Escludere hotel ed alberghi o zone tipicamente commerciali, significa tutelare la vocazione turistica e il tessuto economico della città. A ciò si aggiunge che questa progettualità sta portando ad una riduzione del numero dei migranti presenti in città dagli oltre 300 fino ai 161 previsti dal progetto e produrrà la chiusura dei Cas, i centri di prima accoglienza oggi attivi negli hotel Ariminum e Excelsior. Lo SPRAR non si riduce a semplice dormitorio, ma è molto articolato, perché portato avanti con Azienda Speciale e associazioni, l’Ati Arci Pescara, Polis, Caritas diocesana e Cooperativa Sociale Ausiliatrice, che con fondi di natura statale, elaboreranno una serie di iniziative per integrare socialmente ma anche culturalmente i migranti, tenendoli impegnati in attività formative e lavorative queste persone che verranno impiegate in lavori socialmente utili alla collettività”.