ROMA – E’ avvenuto tutto in tempi molto rapidi. Giorgio Napolitano riceve le dimissioni di Enrico Letta, prende atto che si tratta di una decisione irrevocabile e fa partire subito le consultazioni per far nascere il nuovo governo. Il primo a salire al Colle e’ il presidente del Senato, Piero Grasso, seguito dal presidente della Camera, Laura Boldrini. Intanto, Matteo Renzi e’ a Firenze e saluta i suoi cittadini, in vista del nuovo incarico di premier che lo costringera’ a lasciare Palazzo Vecchio. “Siamo in un passaggio particolare dal punto di vista politico ed istituzionale. Ma vi prego di riservare al sindaco che verra’, comunque si chiami, la stessa critica e lo stesso affetto che sono stati riservati a me”, ha detto il segretario del Pd.
Enrico Letta sale al Colle alle 13, dopo aver esaurito gli ultimi impegni in agenda. Trova ad aspettarlo un Napolitano che non ha voluto rinunciare a presenziare all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti (non si tratta di un caso) e gli rimette il mandato. Arrivederci, non c’erano le condizioni per proseguire, dopo il pronunciamento del Pd. Quindi non si parli nemmeno della parlamentarizzazione della crisi, anche se la richiesta era prepotente da parte di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle. La reazione del Presidente della Repubblica la si puo’ evincere dalla formulazione del comunicato redatto alla fine del colloquio. Primo punto: “Le consultazioni inizieranno oggi pomeriggio e si concluderanno nella giornata di domani”. Tempi rapidi, appunto.
Secondo: “Il Parlamento potra’ comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorche’ sara’ chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo”. Quindi, al di la’ dei precedenti dei governi Berlusconi e Monti, il Parlamento non si senta esautorato delle sue prerogative. Soprattutto, un terzo punto: si auspica e si vuole “una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica che il paese attraversa e per affrontare al piu’ presto l’esame della nuova legge elettorale e delle riforme istituzionali ritenute piu’ urgenti”. Ecco, e’ questo cio’ che sta piu’ a cuore al Quirinale. La crisi continua a mordere, e ci sono le riforme da fare. A partire dalla legge elettorale, sia chiaro. Napolitano lo aveva gia’ detto esplicitamente, negli ultimi giorni. Oggi lo ribadisce, ed in qualche modo impegna il governo che sta per nascere.