ROMA – E’stato un corteo particolarmente “movimentato” quello dei circa 500 lavoratori Alcoa, giunti a Roma dalla Sardegna, in occasione dei vertice al ministero dello Sviluppo economico che deve fare il punto della situazione sul futuro dello stabilimento sardo. Scontri, tensione e feriti. Ancora: bombe carta, petardi, cariche di alleggerimento delle forze dell’ordine e una tentata aggressione al responsabile economico del Pd Stefano Fassina giunto al dicastero di via Veneto per solidarietà nei confronti dei lavoratori: questa la cronaca della mattinata durante la quale l’azienda ha confermato la chiusura degli impianti a fine anno. Tra i manifestanti anche i tre operai che si sono asserragliati per alcuni giorni sul silos dello stabilimento di Portovesme. Fassina, stava rispondendo ai giornalisti, quando è stato bersagliato di insulti e proteste. «Ci avete venduti» e «Andate a lavorare», sono state le frasi che i lavoratori gli hanno urlato contro.
Alla testa del corteo partito da piazza della Repubblica c’era anche una delegazione di sindaci della provincia del Sulcis. In via di San Basilio c’è stato poi un tentativo di sfondamento da parte degli operai del cordone delle forze dell’ordine, schierate per impedire l’accesso ai portoni del ministero. Nei tafferugli è rimasto leggermente ferito un manifestante, che ha riportato un trauma al ginocchio: medicato sul posto dai sanitari del 118 ha rifiutato il trasporto in ospedale. Un altro manifestante, invece, è stato trasportato in ospedale perché colpito da un malore.
Alle 13 circa è iniziato l’incontro durante il quale pare sia stato confermato l’interesse per lo stabilimento dell’azienda svizzera Klesch. Per il Governo sono presenti il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti e il vice ministro al Welfare, Michel Martone. È poi presente un’ampia delegazione degli Enti locali, guidata dal presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. Folta la delegazione sindacale, oltre trenta membri, tra i quali dirigenti nazionali dei metalmeccanici e i responsabili delle Rsu.
Da Torino il ministro del Lavoro Elsa Fornero spiega che «non ci preoccupa la manifestazione. Ci preoccupa tutto il problema dell’Alcoa». «Noi – ha ribadito – siamo vicini ai lavoratori e ci sentiamo di spiegare loro lo sforzo che il governo sta facendo. Questo – ha aggiunto il ministro – è uno sforzo per cercare di tenere in piedi quei posti di lavoro, che devono essere, però, sostenibili economicamente». Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni si tratta di una situazione difficile da risolvere: «Una situazione così difficile va risolta perché non siamo disposti a desertificare un territorio già così povero». «Bisogna praticare prezzi più bassi – ha aggiunto – e rassicurare l’Europa con un progetto di energia pulita» ha concluso.
Intanto, in Sardegna, la multinazionale statunitense ha iniziato a spegnere le celle di produzione dopo la decisione di sospendere l’attività nell’isola. Si stringono quindi i tempi per trovare un acquirente per lo stabilimento e, a breve, si spera di avviare un negoziato concreto con le svizzere Glencore e Klesch. All’orizzonte, tuttavia, ci sarebbero anche altre due società, una cinese ed una indiana, che potrebbero – ma il condizionale è d’obbligo – entrare nel confronto, al momento molto delicato. Fra i punti in discussione il costo dell’energia per produrre l’alluminio e il personale che dovrebbe ridursi, con circa 800 buste paga in meno.