ROMA – “Faccio un appello a Silvio Berlusconi e spero che sul no alle preferenze elettorali si ravveda”. Lo ha detto Angelino Alfano intervistato da Mattino Cinque. “Del resto, Matteo Renzi ha già detto di essere favorevole e non si comprende – ha aggiunto il vicepremier e leader di Ncd – per quale ragione le preferenze ci siano nei comuni, nelle regionali e nelle europee mentre dovrebbero essere cancellate nelle elezioni politiche nazionali”. Alla domanda se in caso di mancato «ravvedimento» di Berlusconi salterebbe tutto, Alfano ha risposto:«possiamo assicurare che Ncd farà le sue scelte a viso aperto e non agirà nell’ombra del voto segreto».
“Con il presidente Berlusconi e con Matteo Renzi realizzeremo la legge elettorale», ha assicurato il vicepremier su Facebook.«Quello che noi chiediamo, visto che stiamo modificando il tanto odiato porcellum, è di modificare la cosa più odiata del porcellum: il Parlamento dei nominati e le liste bloccate”, ha spiegato. «Si rischia di modificare il resto del Porcellum mantenendo, però, la cosa che sta più sulle scatole ai cittadini, cioè liste bloccate e parlamento dei nominati», ha sottolineato.
Dario Franceschini, invece, boccia l’ ipotesi che nella legge elettorale siano introdotte le preferenze. «Vedo che le preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime ma io, che ho iniziato a prenderle, e molte, a vent’anni, sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle», ha detto il ministro per i Rapporti con il parlamento ai cronisti alla Camera. «Non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l’intesa raggiunta ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza», ha assicurato. «Le preferenze, come tutti sanno, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili», ha sottolineato Franceschini.
“Io da capogruppo ho conosciuto deputati indispensabili per competenze e lavoro che non riuscirebbero mai a essere eletti. Non è un caso se in nessun paese di Europa sono utilizzate le preferenze per il parlamento nazionale, ma soltanto o collegi uninominali, da sempre la proposta del Pd, o liste corte, perché dappertutto cercano intelligentemente di avere gruppi parlamentari che siano un mix di radicamento territoriale e competenze”, ha concluso.