IVREA – Cinque anni e due mesi a Carlo e Franco De Benedetti, un anno e 11 mesi a Corrado Passera, con sospensione della pena: è il verdetto del Tribunale di Ivrea nel processo sulle morti e gli ammalati di mesotelioma pleurico da sospetta esposizione all’amianto alla Olivetti. Gli imputati erano 17, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose plurime.
C’era attesa soprattutto per quel che riguardava la posizione dei «big», per i quali i pm Laura Longo e Francesca Traverso hanno chiesto le pene più severe. Assolto Roberto Colaninno, che era accusato di lesioni colpose nei confronti di un solo caso. Ci saranno altri accertamenti sull’ingegnere Carlo De Benedetti: a ordinarli è stata la giudice Elena Stoppini che, come avevano chiesto i pm, ha disposto la trasmissione degli atti in procura per tre decessi attribuiti a un tumore polmonare e non, come accaduto in un primo tempo, a un mesotelioma.
Gli indennizzi – a titolo provvisorio – si avvicinano ai due milioni: le somme dovranno essere versate «in solido» dagli imputati condannati, a seconda delle singole posizioni, e da Telecom, chiamata in causa come responsabile civile.
Le provvisionali (un acconto sul risarcimento complessivo) sono state attribuite alle persone fisiche e all’Inail, per la quale il totale supera i 710 mila euro. Le altre parti civili, fra cui enti territoriali, sindacati e associazioni, potranno attivare una causa giudiziaria.
Laura Longo, un dei sostituti procuratori, commenta: «Siamo soddisfatti della sentenza, perché il tribunale ha di fatto accolto l’impostazione dell’accusa: è stata data giustizia alle vittime e ai loro familiari». Ha aggiunto: «Parliamo di morti che si potevano e dovevano evitare». Intanto restano aperti altri due fascicoli su ulteriori casi: «Purtroppo – sostiene la procura – non sappiamo quando questa ondata finirà: la sentenza del tribunale dimostra che l’Olivetti ha usato amianto fino agli anni Novanta».
Il sindaco Carlo della Pepa commenta: «Vista l’entità delle condanne è evidente che il tribunale ha accolto l’impostazione dei pm. C’è stata una gestione superficiale del problema amianto, in quegli anni. Purtroppo questa vicenda inficia la storia recente dell’Olivetti».
«Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa», è il commento di Carlo De Benedetti. «Sono stato condannato per reati che non ho commesso, come ha dimostrato l’ampia documentazione prodotta in dibattimento sull’articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dall’inizio della mia gestione». Sottolinea: «I servizi interni preposti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e alla manutenzione degli stabili non mi hanno mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale in quanto, come emerso in dibattimento, i ripetuti e costanti monitoraggi ambientali eseguiti in azienda hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste dalle normative all’epoca vigenti e in linea anche con quelle entrate in vigore successivamente». De Benedetti conclude: «E’ stato inoltre ampiamente dimostrato in dibattimento che la società non ha sicuramente acquistato talco contaminato da fibre di amianto fin dalla metà degli anni ’70. Per tali ragioni, attendo di leggere le motivazioni di questa sentenza ingiusta, ma presenterò certamente impugnazione in Appello, fiducioso della mia totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti. Sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti, ma ribadisco ancora una volta che durante la mia gestione l’Olivetti ha sempre tenuto nella massima considerazione la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro».
«Sentenza profondamente ingiusta» anche per l’avvocato Guido Carlo Alleva, difensore di Corrado Passera. «Passera – ha spiegato il legale – è stato amministratore delegato per poco tempo e nell’ultimo periodo contestato dall’accusa. Non c’è nessuna prova che le esposizioni all’amianto siano avvenute in questa epoca e non c’è nessuna prova di un suo comportamento omissivo».