ROMA – Le grandi città vanno tutte al ballottaggio. Servirà infatti il secondo turno, fra due settimane, per decidere i nuovi sindaci di Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna. Unica eccezione Cagliari, dove sembra farcela Massimo Zedda, sindaco uscente di Sel sostenuto da tutto il centrosinistra. L’affluenza si è fermata intorno al 62 per cento, contro il 67 della volta precedente (ma allora, va precisato, i seggi restarono aperti fine alle 15 di lunedì, mezza giornata in più che fa la differenza).
A Roma boom oltre le attese del Movimento 5 Stelle. La grillina Raggi prende oltre il 35% delle preferenze e ha sicuramente le carte migliori in vista del ballottaggio, tanto che si dichiara già pronta a governare. «È un risultato storico, i romani sono pronti a voltare pagina, il vento sta cambiando e io sono pronta a governare questa città», dice Raggi. Mentre il blog di Beppe Grillo sentenzia: «è un risultato storico. Il M5S è lento, ma inesorabile». La grillina al secondo turno se la vedrà con Roberto Giachetti, del Pd, che con oltre il 24% stacca di quattro punti Giorgia Meloni (lega e Fratelli d’Italia). Bocciato invece Alfio Marchini: il candidato sostenuto da Berlusconi resta fermo attorno al 10%.
Il centrosinistra guida di un soffio la corsa a Milano. Ma all’ombra della Madunina il 19 giugno nulla è scontato perché Sala e Parisi sono praticamente alla pari. L’ex commissario Expo viaggia sopra il 41% con appena qualche decimale in più del candidato di centrodestra. Ma a cantare vittoria è Parisi: la rimonta è riuscita. nella notte la forbice si assottiglia, è un pareggio. Gianluca Corrado (M5S) si ferma attorno al 10%, mentre in ottica ballottaggio sarà prezioso anche il 4% conquistato dalla sinistra radicale con Basilio Rizzo. «Nei prossimi 15 giorni – dice parisi – ci sono tre mondi a cui dobbiamo parlare. Il primo è fatto dal 45% di persone che non ha votato al primo turno. Poi ci sono i milanesi del Movimento 5 Stelle: gente che non ama la continuità e che in noi deve vedere una nuova proposta. E poi anche la sinistra che non ha votato volentieri per Sala: stiamo facendo una proposta politica che va al di là del centrodestra e degli schemi ideologici».
Sotto la Mole Piero Fassino è ampiamente in testa, ma molto distante dall’affermazione al primo turno. Chiara Appendino mette le ali al Movimento 5 Stelle e supera il 30%. Molto staccato il terzo raggruppamento, che è l’alleanza Lega-Fratelli d’Italia a sostengo del notaio Alberto Morano: 8,4%. Morano, nel derby interno al centrodestra, doppia Osvaldo Napoli di Forza Italia (5,36%) e anche Roberto Rosso (5,09%). Deludente il risultato della sinistra di Giorgio Airaudo: 3,68%. Mentre in città il Movimento 5 Stelle diventa primo partito con qualche decimale sopra il Pd. In calo l’affluenza: ha votato il 57,19% degli aventi diritto, pochi rispetto alle comunali di cinque anni fa (66%), quando però si era votato sia la domenica che il lunedì mattina.
La campagna elettorale più moscia che Bologna ricordi ha partorito un risultato elettorale che suona come un campanello d’allarme per il Pd: il sindaco uscente Virginio Merola è in vantaggio (oltre il 39%) ma non troppo sugli inseguitori più vicini, Lucia Borgonzoni della Lega Nord (oltre il 22) e Massimo Bugani del Movimento 5 Stelle (17%). Cinque anni fa, il candidato Pd ce l’aveva fatta al primo turno.
A Napoli saranno l’attuale sindaco Luigi De Magistris e Gianni Lettieri, sostenuto da liste civiche e da Forza Italia, a confrontarsi nel ballottaggio del 19 giugno. Esclusa la candidata del Pd Valeria Valente. In vista del secondo turno De Magistris è super favorito forte del 42,4% dei consensi. Lettieri sfiora il 25.
Massimo Zedda (centrosinistra), si riconferma sindaco già al primo turno con oltre il 50% dei voti. Piergiorgio Massidda, ex parlamentare di Forza Italia che prima ha spaccato e poi riunito il centrodestra, si ferma poco sopra il 30% e non riesce a portare il cittadino uscente al secondo turno. Bocciatura invece per il Movimento 5 stelle: la candidata grillina Antonietta Martinez resta sotto il 10%.