L’AQUILA – In sostanza gli elettori aquilani che al primo turno avevano votato per le due coalizioni vincenti, avranno libertà di scegliere il proprio futuro primo cittadino al ballottaggio. Infatti, dagli esclusi, non c’è stata nessuna alleanza o indicazione di voto.
Quasi tutti i candidati sindaci battutti al primo turno delle amministrative dell’Aquila decidono di accettare il responso delle urne. Tutti eccetto Giancarlo Silveri, il candidato di “Riscatto popolare” ed ex manager della Asl dell’Aquila si è attestato a meno del 2% dei voti di preferenza personale. Parlando di eventuali apparentamenti, Silveri ha spiegato che il discorso sarà comunque rinviato a dopo la riunioine con gli iscritti al movimento.
“Ammesso che qualcuno lo cerchi il rapporto sarà basato essenzialmente sull’affermazione dei punti del programma, “perchè non siamo a caccia di poltrone” – sostiene. Non è escluso che il pacchetto dei voti di Silveri vada a Di Benedetto. Gli altri candidati non ammettono apparentamenti e non daranno indicazioni di voto. Come promesso durante la campagna elettorale, la candidata sindaco della coalizione civica “L’Aquila chiama” Carla Cimoroni, farà una “sana opposizione”, forte del risultato che reputa “soddisfacente viste le difficoltà”. Cimoroni – appoggiata da tre liste – ha raccolto il 6,21% dei voti e siederà in Consiglio comunale.
Nessun apparentamento o indicazione di voto anche per il Movimento 5 stelle. “Andremo dritti per la nostra strada”, è la dichiarazione di Fabrizio Righetti, che si allinea alle indicazioni arrivate dal movimento di Beppe Grillo. Righetti – che ha portato a casa 1.889 voti contro i 1.476 della lista – ribadisce le direttive del movimento: “Il nostro è un patto con i cittadini: una sola lista, un solo programma”. Anche se non pienamente soddisfatto del risultato, per il M5s è la prima volta che potrà esprimere un consigliere nell’assise civica. La giovane candidata di Casapound Claudia Pagliariccio rimarca la volontà di rispettare le indicazioni nazionali di non apparentamento in vista del ballottaggio. come Sivleri, Pagliaricco non ce l’ha fatta – con i suoi 477 voti – a entrare in Consiglio comunale penalizzata – spiega – dal voto disigunto e da una vampagna elettorale tardiva. Nessuna volontà di apparentamento o indicazione di voto nemmeno per Nicola Trifuoggi, candidato sindaco per la coalizione civica “L’Aquila polis”.