L’AQUILA – In Italia ha vinto il No. In Abruzzo anche, ancora più nettamente. Si apre una nuova fase nella scena politica nazionale, che inevitabilmente avrà riflessi anche in chiave locale. In Abruzzo il No si attesta intorno al 64%. L’affluenza particolarmente elevata, che nella regione tocca quota 68%, perfettamente in linea con il dato nazionale, conferisce al voto una valenza politica ulteriore.
Il quadro tornerà a farsi effervescente all’interno del Pd e del centrosinistra, sia a livello nazionale che in Abruzzo. Questo risultato, inoltre, potrebbe spingere almeno un pezzo di Ncd nuovamente tra le braccia di Berlusconi. Anche in Abruzzo, dunque, le prove tecniche di ampliamento della maggioranza regionale rischiano uno stop.
Ad uscire indebolita, però, è soprattutto la posizione di chi, come il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, ha investito energie straordinarie nel tentativo di salire sul carro del presidente del Consiglio, scommettendo sulla vittoria del Sì. Una curiosità che però risulta particolarmente significativa: il governatore abruzzese non è riuscito a spuntarla neanche nel suo piccolo feudo. A Lettomanoppello, infatti, il No ha vinto con il 56%.
Inevitabili piovono commenti. Il consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, mette il dito nella piaga: “Luciano stai sereno, un camion di No in arrivo – scrive Sospiri su Facebook -. Il mio Abruzzo si è riscattato”.
Punge anche Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, che su Facebook rimarca il silenzio del governatore abruzzese: “Ma D’Alfonso ha rilasciato dichiarazioni?”. E poi aggiunge: “Invito D’Alfonso Alessandrini e gli altri del Pd a seguire l’esempio di Renzi, si dimettano”.
Piccato e deluso il democrat Andrea Catena, consigliere del presidente della Regione: “Da domani io sono per l’aumento dei costi della politica – scrive su Facebook -. Promuoverò una legge di iniziativa popolare per l’aumento indiscriminato di tutti i costi. E nessuno mi deve scassare i cosiddetti”. Poi Catena compie un’analisi più serena: “Orgoglioso di aver fatto questa battaglia. Una sconfitta di cui prendere atto e su cui riflettere. Ci sono stati errori politici ma in questo momento voglio dare atto a Matteo Renzi del suo coraggio e della sua tempra di combattente indomito. So di essere controcorrente. Non ho condiviso che si legasse l’esito del Referendum al destino del Governo. E penso che questo sia il principale errore politico commesso. Conseguentemente, non condivido le dimissioni”.
Esulta il Movimento 5 Stelle abruzzese, che chiede di andare immediatamente al voto: “Ha vinto la democrazia, l’Italia s’è desta – dice la consigliera regionale Sara Marcozzi – Questo risultato premia mesi di sacrifici e di passione in difesa della nostra Costituzione, dei nostri diritti, della nostra sovranità e della nostra dignità! Grazie a tutti i portavoce e gli attivisti che hanno lavorato per questo risultato! Grazie ai cittadini che ci hanno supportato! Grazie agli italiani per averci regalato questa emozione! Oggi, più che mai, sono fiera di essere italiana! Una lezione per tutti: non si può mentire per sempre agli italiani senza subirne le conseguenze! Addio Renzi. Andiamo a votare immediatamente!”.
Festeggia anche il coordinatore regionale dell’Udc, Enrico Di Giuseppantonio: “L’Udc è orgoglioso di avere partecipato in Abruzzo ad una campagna a sostegno delle ragioni del No. Gli abruzzesi hanno bocciato una riforma pasticciata e confusa, l’idea di un solo uomo al comando, e lo hanno fatto con una grande partecipazione al voto come ci dimostra il dato dell’affluenza che e’ una straordinaria vittoria della democrazia. Il voto ci dimostra che questa riforma non ha fatto presa sugli abruzzesi ,che hanno difeso la Costituzione dei nostri padri costituenti”.
Il senatore leghista Paolo Arrigoni, responsabile di “Noi con Salvini Abruzzo”, afferma: “Gli abruzzesi e gli italiani votando in massa il No hanno sconfitto l’ideologia renzista che voleva portare l’Italia al guinzaglio dell’Europa, delle grandi banche e della finanza mondiale. Donne e uomini liberi non hanno così rinunciato al diritto di voto, hanno detto No al bicameralismo confuso, da attuare con un nuovo Senato di nominati, hanno detto No allo scippo della sanità e di altre competenze alle Regioni, in favore del centralismo clientelare”.
Chiude Forza Italia con il coordinatore regionale Nazario Pagano: “Finalmente gli italiani hanno deciso. Ha perso chi ha tentato di dividerci. Ha vinto la democrazia. Anche in Abruzzo abbiamo dato una grande risposta”.
Ma in mattinata arriva il commento di D’Alfonso: “Gli italiani si sono espressi contro la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, e di questo bisogna prendere atto. Il premier – con un discorso di altissimo livello – ha comunicato la sua intenzione di rassegnare le dimissioni da capo dell’esecutivo. Ora sarà il Presidente Mattarella a tracciare il percorso istituzionale da seguire. Ho sostenuto – aggiunge il Presidente – con tutte le mie forze il progetto riformatore e l’esperienza di governo di Matteo Renzi, e se potessi tornare indietro lo rifarei persino con maggiori energie, perché sono convinto della bontà di quanto veniva proposto. Sostengo ancora di più la sua attività, poiché ogni volta che c’è stato un problema lo abbiamo sempre trovato presente come persona e come istituzione.
Adesso si riparte dai voti espressi a livello nazionale e territoriale senza perdere una sola ora di tempo. Ci vediamo tra 29 mesi per il giudizio che gli abruzzesi dovranno esprimere sull’operato e sulle decisioni della Giunta regionale. Naturalmente alle elezioni territoriali metteremo in campo il lavoro straordinario di una grande coalizione, nella quale i protagonisti cresceranno a vista d’occhio”.