LIBIA – Continua ancora l’ondata di proteste contro gli Stati Uniti dopo il trailer del film blasfemo su Maometto prodotto in America. L’allerta è massima dall’Europa ai Paesi islamici. L’attenzione resta puntata ovviamente sulla Libia, dove le autorità hanno affidato a un pool indipendente di magistrati l’indagine sull’attacco al consolato di Bengasi in cui sono morti l’ambasciatore a Tripoli e altri tre americani.
La pista privilegiata è sempre quella di Al Qaeda mentre un gruppo salafita, Katibat Ansar al-Sharia, ha negato il suo coinvolgimento. Alti responsabili libici hanno annunciato l’arresto di sospetti nell’ambito dell’inchiesta sull’assalto al consolato. I ministeri «dell’Interno e della Giustizia hanno avviato le indagini e la raccolta di prove e alcune persone sono state arrestate», ha dichiarato all’Afp il vice ministro dell’Interno, Wanis al Sharef. L’alto responsabile si è rifiutato tuttavia di fornire precisazioni sul numero o gli eventuali gruppi di appartenenza delle persone arrestate «per non ostacolare l’andamento delle indagini».
Prima, il portavoce dell’Alta commissione di sicurezza del ministero dell’Interno, Abdelmonem al Horr, aveva annunciato la formazione di una commissione indipendente per indagare sull’attacco. Secondo Horr, la commissione, presieduta da un giudice, comprende «esperti» dei ministeri della Giustizia e dell’Interno. Interpellato su eventuali arresti in connessione con l’assalto, Horr ha risposto: «Ovviamente», anche lui senza precisare il numero di arresti né l’identità delle persone in questione. Secondo Horr, l’inchiesta è «molto complicata» dato che la folla presente all’interno del consolato «non era omogenea». «Vi erano estremisti, semplici cittadini, donne, bambini e criminali», ha aggiunto. «Ci sono stati anche degli spari provenienti da una fattoria in prossimità. Abbiamo bisogno di tempo per stabilire le responsabilità», ha detto ancora. Washington intanto ha inviato due navi da guerra verso le coste libiche come «misura precauzionale».
«Il governo degli Stati Uniti non ha nulla a che vedere con il video» anti-Islam: lo ha detto il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, in diretta Tv definendo il film «disgustoso e riprovevole». Il presidente americano, Barack Obama, ha chiamato al telefono i colleghi di Egitto e Libia per chiedere garanzie sulla protezione dei cittadini e degli interessi americani nei due Paesi. Morsi si è impegnato a rafforzare la sicurezza ma, nel corso di una visita a Bruxelles, ha chiesto a Obama chiesto di mettere fine a «provocazioni che promuovono l’odio». «Il Profeta è una linea rossa che nessuno deve oltrepassare», aveva avvertito il presidente egiziano in un precedente messaggio al Paese in cui aveva invitato alla moderazione nelle proteste. A Berlino è stato parzialmente evacuato il consolato Usa dopo che all’interno diverse persone si erano sentite male. L’allarme è poi rientrato.