PESCARA – I vertici dell’Arta non vanno a genio alle associazioni ambientaliste che chiedono alla Regione di azzerare gli attuali vertici e indire un concorso a livello europeo per la scelta dei dirigenti. “Gli ultimi avvenimenti – hanno spiegato oggi in conferenza stampa Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo, e il delegato Abruzzo del WWF Italia, Luciano Di Tizio – e nello specifico l’incendio di rifiuti di fine giugno in localita’ Contrada Sant’Antonio di Chieti, e le polemiche connesse all’inquinamento – in particolare a Pescara e Francavilla al Mare – delle acque da balneazione nelle ultime settimane dell’estate scorsa, hanno un comune denominatore: la mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’Arta, la cui reputazione come ente tecnico di controllo e’ fortemente minata dalla sua gestione ‘politica’”.
“Proprio questo tipo di gestione – proseguono – rende, ad esempio, anomala e difficilmente comprensibile l’azione disciplinare portata avanti dalla direzione dell’Azienda nei confronti di un proprio funzionario accusato di violazione del codice etico per aver ‘rivelato’ un dato piu’ che evidente e che peraltro dovrebbe essere pubblico per legge: il cattivo funzionamento di un depuratore. Il fatto che il direttore generale dell’Arta sia sempre stato un uomo di partito, scelto dai partiti, senza alcun riguardo per le competenze specifiche nel settore, ha negli anni fortemente minato la fiducia ne confronti di questa istituzione. La scelta del direttore generale, sino a oggi, e’ sempre stata operata con criteri e motivazioni politiche e non tecniche, e quindi con una sostanziale presa in giro nei confronti di quei candidati ignari che hanno con speranza inviato il proprio curriculum”.
“L’Agenzia regionale – sottolinea Giuseppe Di Marco – sembra essere trattata come un assessorato, da assegnare a uno dei partiti della coalizione o vicino che si e’ imposta nelle elezioni, o almeno sino a oggi e’ apparso cosi’. Capita anzi che si legga sui giornali il resoconto di probabili trattative tra i vari gruppi politici che si concludono con una designazione. Anche la direzione dell’Arta risulterebbe non esente da questa logica, anche se poi ci si ricorda, finalmente, delle norme di legge, viene pubblicato l’avviso, si chiedono i curricula”.
“Lasciando per ora da parte – aggiunge Luciano Di Tizio – l’offesa grave a danno dei tanti giovani abruzzesi con qualificati curricula che vengono letteralmente presi in giro da simili procedure, noi diciamo che e’ ora di finirla con la partitocrazia e di voltare definitivamente pagina”. Le due associazioni ambientalisti chiedono, dunque, di azzerare gli attuali vertici dell’Arta e “di indire un vero concorso a livello europeo, pubblico e trasparente, per la scelta di dirigenti del tutto estranei alla politica locale, con adeguata preparazione tecnica e curricula a tema, al fine di restituire all’Azienda il proprio ruolo di verifica e di controllo, da espletare in assoluta indipendenza a esclusiva garanzia dei cittadini e della tutela dell’ambiente”.