TERAMO – Due dipendenti dell’Asl di Teramo si assentavano dal posto di lavoro fruendo illecitamente del congedo straordinario retribuito per assistenza ai familiari con disabilita’ grave. Lo si è scoperto grazie ad un’ indagine della Tenenza della Guardia di Finanza di Nereto, coordinata dalla Procura della Repubblica di Teramo.
Le indagini svolte, avviate d’iniziativa dalle Fiamme Gialle e proseguite su delega della Procura della Repubblica, hanno permesso di appurare che i due impiegati, legati da rapporti di parentela, si assentavano dal lavoro utilizzando le agevolazioni di legge per finalita’ esclusivamente di carattere privato, anziche’ assistere i soggetti disabili.
I finanzieri hanno monitorato i due dipendenti attraverso attivita’ di pedinamento, appostamenti e sopralluoghi per verificare l’effettiva assistenza prestata dagli stessi ai disabili, cosi’ come richiesto dalla normativa, riconosciuti portatori di handicap in condizione di gravita’, ragione per la quale i predetti avevano presentato istanza per accedere ai benefici normativi.
Sono stati eseguiti rilievi fotografici che documentano come in realta’ nei giorni di assenza dal lavoro, regolarmente retribuiti, i due dipendenti svolgevano altre attivita’ di carattere personale. Ulteriori riscontri investigativi sono stati acquisiti dalle dichiarazioni testimoniali rese da persone informate sui fatti, nonche’ da una serie di indagini tecniche (esame tabulati telefonici e Telepass, accertamenti bancari, ecc.) che hanno evidenziato che, in alcuni casi, gli stessi, durante il periodo del congedo straordinario retribuito, si trovavano addirittura in vacanza fuori regione.
A carico dei due dipendenti infedeli e’ stata esercitata l’azione penale da parte della Procura di Teramo, con richiesta di rinvio a giudizio al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Teramo.
I finanzieri hanno inoltre eseguito il sequestro preventivo/per equivalente disposto dal Gip di Teramo, su richiesta della Procura della Repubblica, per un valore complessivo di circa 70 mila euro, quale ingiusto profitto consistente nel riconoscimento del beneficio di legge e nella conseguente illecita fruizione dei periodi di congedo straordinario retribuito, per un totale complessivo di 1.337 giorni di indebita assenza dal lavoro.