PESCARA – E’ stata scoperta dalla Finanza di Pescara una truffa ai danni dell’Inps di 500 mila euro. Nello specifico, è emerso che, per le annualità 2014, 2015, 2016 e 2017, imprese, di fatto inesistenti, assumevano falsamente dei lavoratori dipendenti, allo scopo di consentire loro il conseguimento dell’indennità di disoccupazione, denominata NASpI.
Le indagini hanno permesso di accertare che il modus operandi, ideato da alcuni professionisti, si basava su 17 aziende fittizie, attraverso le quali erano state effettuate 260 false assunzioni, consentendo a 70 dipendenti, falsamente assunti, di beneficiare indebitamente della corresponsione, da parte dell’INPS, di indennità di disoccupazione ed altre indennità o benefici ad essa connesse, per un ammontare pari a 231.495,71 Euro.
Rispetto a tali posizioni, l’INPS, a seguito dell’attività d’indagine, ha precluso a tali soggetti la riscossione di ulteriori importi, in corso di erogazione, per un ammontare complessivo pari ad 114.808,00 Euro. Scoperti altri 56 soggetti, anch’essi assunti fittiziamente, che hanno posto in essere atti idonei a conseguire i predetti benefici, ma non hanno percepito in concreto le corresponsioni, in quanto, anche in questo caso grazie all’intervento dei militari operanti, l’INPS ha “congelato” le relative posizioni, precludendo loro la riscossione di un importo complessivo pari ad 62.116,00 Euro.
L’importo delle fattispecie truffaldine accertate ammonta complessivamente a circa 500 mila euro. Nel corso delle indagini sono state, inoltre, individuate 134 persone che, pur risultando falsamente assunti, all’atto dell’intervento presso gli studi dei consulenti non avevano ancora prodotto alcuna istanza di disoccupazione. L’indagine delle Fiamme Gialle pescaresi, con la preziosa collaborazione dell’INPS di Pescara, ha impedito che l’attività illecita si protraesse, cagionando ulteriori ingenti danni alle casse pubbliche.
I responsabili sono stati segnalati per truffa aggravata ai danni dello Stato alla locale Procura della Repubblica che, condividendo le tesi investigative, richiedeva al GIP presso il Tribunale di Pescara l’applicazione di misure cautelari di carattere personale. Il GIP emetteva un’ordinanza per gli arresti cautelari nei confronti di un soggetto e la misura interdittiva nei confronti di 2 professionisti, precludendo agli stessi, per la durata di un anno, l’esercizio della professione rispettivamente di commercialista e di consulente del lavoro.