L’AQUILA – Quindici anni fa l’autismo, in Abruzzo, si diagnosticava a 6 anni, oggi, gia’ a 2, si puo’ formulare un preciso sospetto diagnostico, grazie alla struttura che in Regione ha fatto da apripista, vale a dire il Centro di riferimento regionale della malattia che si trova all’ospedale dell’Aquila.
Tra i punti di forza del Centro per l’autismo del S. Salvatore, diretto dal prof. Marco Valenti, vi e’ la diagnosi precoce, a partire dall’osservazione nei primi 24 mesi di vita. Scoprire la malattia agli ‘albori’ della parabola vitale del bimbo, infatti, e’ decisivo per il percorso terapeutico e quindi per il recupero del soggetto. La diagnosi fin dalla piu’ bassa eta’ d’esordio della patologia e’ diventata, ormai da anni, uno dei punti qualificanti dell’intera attivita’ del Centro aquilano, grazie a una serie di test e procedimenti clinici che con gli anni (a partire dall’ istituzione del Servizio all’Aquila, nel 1997) sono diventati sempre piu’ efficaci, sensibili e specifici.
“Le evidenze scientifiche”, dichiara il prof. Valenti, “dimostrano che una diagnosi precoce determina un sostanziale miglioramento non solo del quadro evolutivo ma anche della qualita’ di vita del bambino e della famiglia. Seguire sin dalla piu’ tenera eta’ il caso clinico, risulta determinante anche in eta’ adolescenziale o adulta, per ridurre al minimo le situazioni di forte dipendenza verso la famiglia”.
L’Aquila crocevia: meta’ utenti da Teramo, 20% da Chieti, 9% Pescara. Oggi il Centro di riferimento regionale per l’autismo di L’Aquila – che, oltre alla diagnosi, cura il trattamento riabilitativo e la consulenza clinica – e’ il crocevia per le altre Province abruzzesi: 3 utenti su 4 sono di altre Asl regionali, equivalenti a circa 375 soggetti sui 500 complessivamente analizzati, ogni anno, in fase di accertamento della malattia. Diagnosi effettuata in day hospital, al termine di alcuni giorni di osservazione del bambino.
Nel 2013 il 18% dei pazienti, gestiti appunto in day-hospital, proveniva dal territorio della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila mentre l’82% dalle altre aziende sanitarie abruzzesi. Grande afflusso, in particolare, da Teramo (45%), area in cui non esistono specifici servizi territoriali dedicati; ma i flussi sono molto significativi anche da Chieti (21%) e Pescara (9%), dove pure, in entrambi i territori, esistono servizi territoriali e una solida rete specializzata nell’autismo. Ciononostante, la scelta e’ ricaduta sull’Aquila, a conferma dell’efficienza del servizio garantito. Oltre i confini regionali, le cifre sono: 4% da Ascoli, 2% dal Molise e 1% da altre realta’.