L’AQUILA – E’ stata raggiunta l’intesa tra il Mit e la concessionaria Strada dei Parchi. L’accordo ha scongiurato gli aumenti tariffari del 19% dopo che il Cipe ha esaminato il nuovo Piano economico e finanziario che prevede lavori antisismici per 722 milioni in tre anni e la dilazione dei canoni arretrati e del 2019.
Gli aumenti tariffari riguardanti i pedaggi delle autostrade abruzzesi A24 e A25 non ci saranno insomma. Lo ha annunciato oggi il Mit , il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dopo che il Cipe ha esaminato il nuovo Piano economico e finanziario (Pef), messo a punto insieme alla società Strada dei Parchi (del Gruppo Toto) che è concessionaria delle due autostrade che collegano l’Abruzzo con il Lazio. Il mancato incremento delle tariffe verrà assorbito dal differimento del canone delle annualità 2017, 2018 e 2019 che Strada dei Parchi deve all’Anas.
Il Mit spiega che “Si va verso uno sblocco dell’impasse su questa concessione, il cui Pef era scaduto e mai rinnovato dal 2014. Il Piano che è stato ora trasmesso a Bruxelles per il parere, prevede da subito l’avvio sulle due arterie dei primi lavori per la messa in sicurezza definitiva antisismica con un Piano stralcio fino a 722 milioni di euro da completarsi in tre anni.
Anche alla luce dell’accordo sul Pef, si è raggiunta con il concessionario un’intesa di massima per un ulteriore rinvio degli aumenti tariffari, che avrebbero comportato un aumento del 19% sui pedaggi per via degli incrementi previsti nel 2018 e nel 2019”.
Il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio in un comunicato stampa afferma “Sono soddisfatto per l’accordo raggiunto. Tale provvedimento tranquillizza cittadini e imprese rispetto all’aumento delle tariffe autostradali, che viene così definitivamente scongiurato. Un accordo che avevo sollecitato nella precedente riunione del Cipe. Posso dirmi doppiamente soddisfatto perché la soluzione individuata è quella che avevo proposto attraverso un emendamento più volte bocciato”.
Infatti il mancato incremento delle tariffe verrà assorbito dal differimento del canone delle annualità ’17, ’18 e ’19, come lo stesso Marsilio aveva ripetutamente proposto in Senato lo scorso anno.