“Ci vuol talento per invecchiare senza essere adulti!”. Potrebbe bastare questo verso di una celebre canzone francese per sintetizzare tutta la poetica, o meglio l’estetica di Federica, giovane talento della parola. E il verso di Federica, è l’ esempio tangibile di come sia la vita a fare poesia, della quale ella si fa vessillo, nella sua silloge poetica “Avere trent’ anni” (Ianieri Edizioni).
Subito appare l’impronta della maturità artistica, un invecchiamento, nel senso dell’esperienza, appunto che la giovane scrittrice offre al lettore. E’ come l’apparire di una folgore di luce nel deserto notturno dell’orizzonte culturale di questi ultimi anni, un racconto lirico, che pur nutrito di illustri letture, rivelano tuttavia intensità di sapore imaginifico, ha un suo stile originale di scrittura intensa emotiva, ancorché espressivo. Uno scrivere fluente, al contempo sinuoso ed elegante nel procedere, con lo stesso ritmo iniziale. E’, il suo, l’annuncio di un mondo controcorrente, lo dice il primo titolo “Nacqui bizantina…”. E’ allora, lo spartiacque virtuoso di un’ epoca di devastazioni culturali, figlie legittime di tanta invadente tv, e si percepisce nel solo titolo, il tremore intimo e struggente di chi a trenta anni, vede il tramonto dell’incoscienza e l’arrivo della maturità, pur restando intatta nei ritmi giovanili, e se certa critica o un senso comune vuole identificare tutto questo come linea d’ombra, in realtà, è un altro sapere, con orizzonti più ampi, seppur velato da ineffabili solitudini. E’ la conoscenza del suo tempo per Federica, e i suoi trent’ anni sono la stazione principale del viaggio dove le fermate sono obbligate, e suggeriscono l’idea del diario giornaliero, un guardare nell’intimo di una ancor giovane esistenza intrisa di umanita’.
Verso dopo verso, si ha la netta sensazione di un crescendo lirico ritmato, un mosaico di raffinata filologia, uno scenario dove lei è solista, sebbene titubante in penombra, ma che riesce ad attirare gli sguardi su sé stessa mentre offre talentuosi stravolgimenti della mediocrità imperante e ogni pausa è un mondo lontano catturato e portato agli uomini increduli.
Dunque, Federica, la sua scrittura, oltre gli schemi soliti dove c’è altro da dire, questo è “Avere Trent’anni”.
Federica D’ Amato, scrittrice, giornalista, giovane critico letterario è attiva nel mondo letterario cittadino, ma di dimensione nazionale, riesce a catalizzare su di sé molta attenzione per la sua arguzia e la sua intelligenza davvero vivace e fuori dagli schemi.
ARXIS