L’AQUILA – Trentanove persone sono state iscritte nel registro degli indagati per il crollo di un balcone in legno in un alloggio antisismico del progetto Case all’Aquila. Lo ha deciso il pm titolare dell’inchiesta Roberta D’Avolio, scattata dopo il crollo a Cese di Preturo per “difetti di costruzione e utilizzo di materiale scadente”. Ora si è passati dalla fase contro ignoti, a quella contro noti.
Crollo colposo, frode nelle pubbliche forniture e omissione di lavori in edifici che minacciano la rovina le ipotesi di reato per il crollo del balcone avvenuto lo scorso settembre.
Il Codacons, che sull’episodio ha gia’ presentato un esposto alla Procura dell’Aquila affinche’ si faccia chiarezza sulla responsabilita’ delle aziende che hanno fornito il legno e hanno realizzato gli insediamenti, ha deciso di lanciare una azione risarcitoria in favore dei cittadini aquilani. Attraverso il modulo pubblicato sul sito www.codacons.it i residenti potranno infatti costituirsi parte offesa nel procedimento penale aperto, e avviare cosi’ l’iter per ottenere il risarcimento anche in assenza di danni certi e solo per i pericoli corsi.
“Crediamo sia doveroso far valere i diritti dei cittadini dell’Aquila, gia’ duramente provati dal sisma del 2009 – afferma il presidente Carlo Rienzi -. Per tale motivo invitiamo tutti i residenti a partecipare all’azione e chiedere il giusto risarcimento nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti a danno dell’incolumita’ delle persone”.