PESCARA – Quest’anno, fortunatamente, inizia un po’ meglio dei precedenti. Infatti sul sito dell’Arta sono stati resi noti i primi risultati sui rilievi effettuati in alcuni dei cento punti di captazione al largo della costa abruzzese. Non si registrano particolari criticità a parte i soliti punti, una decina in tutto, oltre le foci dei fiumi, dove l’andamento è altalenante. Dati più scarsi rilevati qualche settimana fa, ma non particolarmente significativi, visto che in quei giorni ha piovuto molto. Ma è proprio su questo aspetto che si dovrebbe, una buona volta, intervenire così come sollecitato da più parti, per risolvere il problema alla radice:
“Vanno potenziati i depuratori lì dove possibile, o realizzati ex novo – suggerisce Augusto De Sanctis del Forum H20 – perché sono gli unici in grado, nei giorni di pioggia, di filtrare e depurare, altrimenti andremo avanti con soluzioni di emergenza, vedi ordinanze di divieto di balneazione, che alla lunga non portano beneficio soprattutto all’immagine del nostro mare.”
E su questo c’è un dato che spiega meglio di qualunque altro la situazione: in una scala dall’eccellente allo scarso, il 72% del mare abruzzese raggiunge il massimo, messa così potrebbe sembrare un gran risultato, un po’ meno se si considera che la media nazionale è al 90%, che in Emilia Romagna siamo al 92% e addirittura in Puglia, nostro principale competitor, si raggiunge il 98%:
“Questo sta a significare che bisogna fare qualcosa di più – aggiunge De Sanctis – a cominciare da una serie di azioni che le istituzioni devono mettere in campo.” Mai adagiarsi sugli allori, dunque, anche a Pescara, ad esempio, dove serpeggia un cauto ottimismo tra i balneatori, soprattutto dopo i lavori alla Diga Foranea ed in vista della realizzazione del nuovo porto. C’è però voglia di guardare avanti, non fermarsi ai soliti lamenti, con la speranza che i nuovi amministratori della città possano trovare una soluzione definitiva con vista, chiaramente, sulla realizzazione del nuovo Piano Regolatore Portuale.