ROMA – Berlusconi non esclude a priori l’idea, quella di una “grande coalizione” che veda Forza Italia al governo con il Pd di Matteo Renzi, anche se i `caveat´ che Silvio Berlusconi tratteggia dai microfoni di Radio Anch’io sembrano legare l’eventualità a un pacchetto di misure da adottare «per il bene del Paese». Lo sguardo sul possibile scenario per il futuro arriva in finale di trasmissione. «Francamente – premette il leader FI rispondendo alle domande di Arturo Celletti – non so rispondere. Dovremo guardare – anticipa – a cosa davvero succederà nell’economia e nel Paese». «Quindi – rileva però Berlusconi – non escludo che, per il bene del Paese, possa esserci, a un certo momento, la necessità di stare tutti insieme, per assumere alcune importanti decisioni. Ma – mette le mani avanti – non lo posso assicurare».
A Renzi, cui non lesina critiche per quello che anche oggi definisce «un deficit di legittimità», per non essere arrivato a palazzo Chigi dopo una vittoria elettorale, Berlusconi riserva comunque parole di apprezzamento politico, per esempio quando gli riconosce di aver «accettato la lezione che avevamo dato sulla necessità di riforme per ammodernare il Paese. Mi fa molto piacere – sottolinea – che ne abbia preso atto». Al suo partito, invece, il leader FI, rivendica una linea di opposizione responsabile: «Noi quando siamo stati al governo abbiamo sempre avuto all’opposizione una sinsitra del `tanto peggio, tanto meglio´, mentre quando siamo stati noi opposizione ci siamo sempre regolati in maniera del tutto diversa e, ogni volta, abbiamo esaminato le proposte di legge della maggioranza. Se ci sembravano positive per l’Italia e per gli italiani le abbiamo sostenute con il nostro voto». Torna allora a dire, Berlusconi, che Renzi «dovrebbe risolvere il suo deficit di legittimità democratica e se dovessimo poter rientrare nella democrazia, con un passaggio elettorale, visto che questo è il terzo governo consecutivo non eletto dal popolo, e se allora dovesse permanere una situazione come questa, e Renzi proponesse a noi le nostre riforme – torna a dire Berlusconi guardando al futuro – è chiaro che siamo l’opposizione responsabile che dirà di sì».