L’AQUILA – Ci sono altri indagati nell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila denominata “Betrayal” su presunte tangenti nella ricostruzione di beni culturali ed ecclesiastici del capoluogo abruzzese che ha portato già all’arresto di cinque persone e all’iscrizione sul registro di altri 12. Si tratta di 3 delle persone che sono state oggetto di perquisizione domiciliare. Tra questi Fabrizio Magani, che fino al 16 aprile scorso è stato il direttore regionale dei Beni culturali.
Magani, che ha ereditato la responsabilità del recupero di beni culturali ed ecclesiastici dopo la fine della gestione commissariale di Luciano Marchetti, finito ai domiciliari nella stessa inchiesta, è stato confermato in Abruzzo dal ministro competente Dario Franceschini con una dichiarazione ai giornalisti del 17 aprile scorso, ma è ancora in attesa della nomina ufficiale che dovrebbe arrivare alla fine del percorso amministrativo attivato nelle scorse settimane.
Non a caso, nei giorni passati un gruppo di imprese ha denunciato ritardi nei pagamenti da parte della direzione regionale, addebitabili al fatto che l’erogazione delle spettanze non rientra nell’ordinaria amministrazione, ma deve essere firmata dal direttore in carica. Magani nei mesi scorsi era stato nominato dall’ex ministro Massimo Bray vice commissario del Grande progetto Pompei. Un altro indagato, anch’egli oggetto di perquisizione domiciliare, è l’avvocato del foro di Bologna Amerigo Penta, esperto di diritto amministrativo per le imprese, appalti, contenziosi e contrattualistica. Il terzo indagato è un rappresentante della impresa Italiana Costruzioni Spa del gruppo Navarra, la cui sede a Roma è stata perquisita ieri mattina. Italiana Costruzioni si è aggiudicata l’appalto pubblico per il restauro della chiesa delle Anime Sante, al centro dell’inchiesta, al termine di un lungo e sofferto iter, in associazione con la Fratelli Navarra Srl.