L’AQUILA – I cittadini aquilani aumentano ogni giorno di più. Solo da inizio anno sono più di mille le persone che hanno deciso di spostare nel capoluogo abruzzese la propria residenza. I più arrivano in città per cercare lavoro. I dati sono stati registrati dall’Ufficio anagrafe.
Un dato però è molto significativo: di questi mille, 437 sono stranieri provenienti, Albania e Romania soprattutto. Gli altri provengono soprattutto dalle regioni del sud. Italiani che arrivano da Campania, Puglia, Calabria, Lazio e città come Sora, Napoli, Caserta. Nella stragrande maggioranza sono disoccupati attirati dal miraggio del lavoro nella ricostruzione.
A fornire i dati è il capogruppo in Consiglio comunale di Italia dei valori, Lelio De Santis, per i quale i nuovi arrivi in città vanno letti complessivamente, tenendo conto delle dinamiche sociali, economiche e demografiche che riguardano L’Aquila dal post-sisma. Il riferimento di De Santis è alle ultime polemiche sull’eccessiva presenza di stranieri all’Aquila e sulla risposta al bando per l’housing sociale pubblicato dalla passata amministrazione e che apre le porte del progetto Case ai cittadini sia italiani che stranieri che hanno determinati requisiti.
Ma De Santis si rivolge anche al sindaco Pierluigi Biondi e al vicesindaco Guido Quintino Liris, allarmati per il “boom”, sostengono, delle iscrizioni di stranieri all’anagrafe dell’Aquila: 55 negli ultimi 15 giorni. Per quanto riguarda i quasi 600 nuovi iscritti italiani, invece, il capogruppo dell’Idv lancia un interrogativo: il 50% sono single: “Sono forse segnali di un tentativo di infiltrazione mafiosa o camorristica all’Aquila?” De Santis fa un appello al sistema Ance affinché vengano assunte maestranze locali, mentre – e questa è anche la denuncia da sempre della Fillea Cgil – vengono prediletti per lo più operai stranieri, spesso sfruttati o sviliti dal lavoro irregolare.