ROMA – Ha preferito aspettare una settimana, ma alla fine il presidente Carlo Tavecchio si è dimesso, chiedendo le dimissioni di tutto il consiglio federale che presiede. Lo ha fatto leggendo un messaggio, poi si è alzato e se n’è andato. La seduta del consiglio è durata neanche un minuto. L’ intero Consiglio Federale, invece, ha scelto di non dimettersi. Mossa che, al momento, evita il commissariamento della Figc da parte del Coni.
La decisione di Tavecchio è arrivata dopo i giorni dell’Apocalisse della mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali. Un vero e proprio mezzogiorno di fuoco in Via Allegri, sede romana della Federcalcio. A dare la notizia è stato il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, uscendo dal consiglio federale.
«Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato». Nella ricerca delle responsabilità della grave crisi del calcio italiano dopo la mancata qualificazione al Mondiale, è questo – risulta all’Ansa – che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. «Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento di alcuni voi», ha poi aggiunto ai consiglieri.