PESCARA – Cagnetta è stato ucciso da una calibro 38, lo stesso Rigante e Ceci. Lo ha stabilito l’autopsia fatta sul corpo del 42enne morto al Ferro di Cavallo di Rancitelli e della cui morte è accusato Angelo Ciarelli, il 38enne rom fratello di Massimo, il presunto omicida dell’ultrà del Pescara. L’autopsia effettuata dal medico legale Cristian D’Ovidio ha stabilito che il proiettile è entrato nel fianco e ha colpito l’aorta, come con Rigante, provocandone la morte in pochi minuti.
Intanto la Mobile di Pescara ha effettuato due perquisizioni, di cui una nell’abitazione in cui risulta residente Angelo Ciarelli, a San Giovanni Teatino, e l’altra a Pescara in via Vicolo Moro, ritenuta il punto di ritrovo di questa famiglia. Sono stati utilizzati anche un metaldetector e un cane messo a disposizione dalla Guardia di finanza ma non sarebbero stati trovati elementi utili alle indagini.
Intanto la polizia scientifica sta proseguendo gli accertamenti sulle due auto sequestrate: la Golf grigia di Eva Ciarelli trovata parcheggiata l’altra sera su una chiazza di sangue nel cortile del “ferro di cavallo” e la Renault Clio sequestrata ai due tossicodipendenti che lunedì, prima dell’omicidio di Cagnetta, hanno comprato droga da una nomade proprio in quello stabile. Siccome mancavano 10 euro per “saldare” il conto i due sono stati richiamati dalla nomade e Ciarelli, giunto in suo soccorso, avrebbe sparato un colpo, ferendo per errore Cagnetta che voleva dare man forte della spacciatrice.