TERAMO -Rese note dalla Corte federale d’appello le motivazioni del provvedimento con cui ha condannato il Teramo a un altro anno di Lega Pro con 6 punti di penalizzazione.Settantasette pagine in cui giudici parlano di un complessivo risultato probatorio che, riguardo al Teramo, escluderebbe ogni dubbio sulla responsabilità del presidente e dell’ex direttore sportivo del Teramo, “anche alla luce dell’inesistenza di una verosimile ricostruzione alternativa della vicenda, capace di resistere al semplice esame logico”.
A incastrare il presidente Luciano Campitelli, per i giudici di secondo grado, sarebbero innanzitutto le “dichiarazioni di Barghigiani”, ex consulente del Savona “che, nel corso dell’interrogatorio reso alla Procura Federale in data 17 giugno 2015, ha tra l’altro confermato la presenza del presidente del Teramo ai due incontri tenutosi ad Albisola prima e dopo l’incontro (ndr la partita Savona-Teramo del 2 maggio) nei quali vennero perfezionati i termini dell’illecito”.
Secondo la Corte le dichiarazioni difensive non avrebbero assolutamente dimostrato l’assenza di Campitelli a quegli incontri. Soprattutto in relazione alla dichiarazione del medico legale sull’ansiolitico somministrato al presidente intorno alle 12, sottolinea la Corte, non si comprende, vista la presunta importanza, come mai sia “emersa soltanto nel secondo grado di giudizio e non sia stata offerta ai giudici di primo grado o, ancor prima, agli inquirenti federali”.
In ogni caso, anche se non fosse stata provata la sua partecipazione a quei due incontri, rimarrebbe “provata la partecipazione del presidente Campitelli e la messa a disposizione, da parte sua, delle somme necessarie a compensare i vari partecipanti al disegno alterativo”.
Per i giudici “francamente eloquente appare la denuncia di furto che il presidente Campitelli afferma di aver subito proprio nella notte successiva alla partita de qua e proprio per la somma di 70.000, corrispondente al prezzo della combine. Del resto non può che prendere atto, questa Corte, che sul punto le difese interessate non abbiamo speso una sola parola”.
Se per la Corte non ci sono dubbi sulla responsabilità di Campitelli, non così per il presidente del Savona, Aldo Delle Piane, per cui i giudici d’appello hanno completamente ribaltato la sentenza di primo grado giudicandolo estraneo all’illecito. A suo carico, infatti, si legge nelle motivazioni, c’erano solo un sms inviato da Barghigiani a Ercole Di Nicola, che deve essere letto nella sua interezza, e dichiarazioni di Ninni Corda alla Procura Federale ritenute dai giudici inattendibili, elementi quindi insufficienti.