ROMA – Sarà la procura romana a valutare le eventuali ipotesi di reato contenuto nel fascicolo «k» spedito dai magistrati torinesi sul caso Cancellieri. Il ministro non è indagato ma dovrà essere la procura di Roma a stabilire la necessità di effettuare altri approfondimenti: se il Guardasigilli ha mentito durante l’incontro avvenuto il 22 agosto scorso con il procuratore aggiunto Vittorio Nessi, che la sentì a verbale sui contatti con la famiglia Ligresti.
L’ipotesi da accertare è se il Guaradasigilli mentì al magistrato, omettendo «in tutto o in parte» i fatti di cui era a conoscenza, ad esempio le telefonate recenti avute con Antonino Ligresti, emerse nell’informativa della finanza del 6 novembre scorso. Tutto ciò che accadde in quell’incontro, secondo la valutazione dei magistrati guidati dal procuratore capo Gian Carlo Caselli, rientra nelle competenze della procura di Roma.