SULMONA – I medici non ci stanno. Sei di questi su otto e altrettanti infermieri su 12 in servizio al carcere da anni rischiano di essere mandati a casa dal prossimo giugno, per essere sostituiti da quelli inseriti nelle graduatorie Asl. Per questo il personale sanitario – che ha iniziato lo sciopero ad oltranza che garantirà solo la cura delle urgenze e la tutela dei detenuti, con le altre esigenze che saranno dirottate all’ospedale – si è ritrovato questa mattina fuori dal carcere per manifestare con un sitin il malcontento. La protesta, però, a causa della mancata autorizzazione da parte della dirigenza della struttura, si è dovuta spostare fuori dai cancelli di via Lamaccio, scatenando le ire dei manifestanti.
Assieme ai medici e agli infermieri ha protestato anche Fabio Federico, responsabile sanitario del carcere: “Quanto si sta facendo in questa struttura ha dell’assurdo – ha detto arrabbiato – non si possono mandare a casa persone con un’esperienza trentennale per assumerne altre, con contratti di primo livello, che implicheranno anche costi maggiori e che imporranno la presenza di un solo medico per turno su 500 detenuti. La situazione potrebbe diventare incandescente”.
Il decreto, che prevede l’assunzione di nuovi medici dalla graduatorie Asl da giugno, è stato firmato nei giorni scorsi dal presidente della Regione e commissario della Sanità, Luciano D’Alfonso, dopo la mancata applicazione del Dpcm del 2008, che ha assegnato alle Asl la competenza anche in materia penitenziaria dei servizi prima di pertinenza del ministero di giustizia.
“Il presidente D’Alfonso stia più attento quando firma certe cose – aggiunge Federico – nelle altre Asl sono stati stabilizzati i medici e gli infermieri che lavorano da anni nelle carceri a contatto coi detenuti. Abbiamo interessato del problema anche il manager Giancarlo Silveri”.
Anche il medico Houmayoun Effaty ha manifestato coi suoi colleghi per rivendicare il diritto alla stabilizzazione.
“I medici e gli infermieri del carcere di Sulmona manifestano la propria protesta attraverso lo sciopero ad oltranza – hanno scritto in una nota subito dopo il sitin – La delibera del Direttore generale della ASL n 424 del 10 giugno 2009, che richiamava la delibera del commissario ad acta regionale n 34 del 21 05 2009, prevedeva la stabilizzazione dei rapporti di lavoro per i medici con convenzioni a tempo indeterminato nella medicina dei servizi (vedi la regione Toscana come sperimentazione interregionale da attuare nel territorio nazionale), per i medici specialisti nella medicina specialistica e, per il personale infermieristico, ausiliario e tecnico della riabilitazione, prevedeva l’effettuazione di concorsi riservati a coloro che vantavano almeno un anno di lavoro svolto nei penitenziari. Le altre regioni ed altre AUSL di codesta regione, hanno effettuato le stabilizzazioni come da deliberazione 34/2009 del Commissario ad acta Dr Redigolo, la AUSL di Avezzano-Sulmona-L’Aquila ad oggi, è latitante. Per giunta il Commissario ad acta, Dr. Luciano D’Alfonso ha firmato un decreto che prevede di sostituire i medici e gli infermieri con altri reclutati dalle graduatorie regionali entro il mese di giugno 2015.
Questi ultimi non hanno nemmeno un giorno di esperienza all’interno del carcere, al contrario di professionisti che vi operano da decenni. Tutto ciò è intollerabile e lede i diritti dei detenuti, dei professionisti e dei contribuenti in quanto questa oscena riforma costa assai di più dello status attuale.
La protesta prevede comunque l’esecuzione delle sole urgenze sanitarie e di atti che garantiscano la tutela dei diritti dei detenuti.
Tutte le altre problematiche sanitarie saranno inviate presso il locale ospedale civile”.