MILANO – Sono decine e decine le persone che hanno accerchiato la chiesa di Santa Maria delle Grazie, in centro a Milano, per i funerali di Gianroberto Casaleggio. Una cerimonia sobria e privata, vietata a telecamere e cronisti. Ma che si è trasformata quasi in una manifestazione di piazza.
All’uscita del feretro dalla basilica, il co-fondatore del Movimento 5 stelle – nato a Milano 61 anni fa – è stato salutato da lunghissimi applausi e da ripetuti cori: «Onestà, onestà». Il partito non-partito, creato da Casaleggio insieme a Beppe Grillo, si è così riunito nel momento della perdita. Ma restano molte le sfide aperte, a partire dalla probabile piccola o grande guerra per la successione al guru della democrazia diretta e digitale.
«Gianroberto per il suo impegno contro un sistema marcio fino al midollo è stato diffamato, offeso e insultato pubblicamente, in tv, in radio, sui giornali. Non lo hanno mai capito e per questo non lo sopportavano. Era di un altro livello. In pochi lo hanno ringraziato per il suo impegno e per il suo essersi donato, oggi è il momento di farlo». Beppe Grillo sul suo blog, in un lungo post, ricorda così Gianroberto Casaleggio nel giorno del suo funerale.
«Giù il cappello, signori. Rendete omaggio! – scrive il leader M5S – Di uomini così ne campano uno ogni cento anni. E chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona si senta un privilegiato. Grazie Gianroberto, grazie di tutto. Quello che ci hai lasciato lo metteremo a frutto e, come ci hai insegnato tu, non molleremo! Perché “è difficile vincere con chi non si arrende mai”».
Per l’ultimo saluto al leader silenzioso c’era tutto il «direttorio» del M5S: Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Carla Ruocco. Sono arrivati abbracciati e tra grandi applausi. Come nei giorni precedenti, gli esponenti grillini hanno scelto il silenzio davanti ai cronisti. Ed erano rivolti a loro molti dei cori e delle grida della folla che si è radunata nella piazza antistante Santa Maria delle Grazie. «Non mollate mai», si è sentito urlare più volte. Uno striscione con la scritta «Realizzeremo noi il tuo sogno» è stato appeso a una cancellata fuori dalla basilica.
«Sono venuta qui perché Casaleggio ha creato uno spazio per tutti i cittadini, anche noi che siamo in un paesino della Valle d’Aosta, per far sentire la propria voce», dice una signora arrivata da lontano, con bandiera del Movimento 5 Stelle arrotolata in mano. «Era un uomo venuto dal futuro, e il futuro mostrerà il valore delle sue idee», aggiunge un militante genovese. «Lo sai che da ieri è attivo Rousseau?», dice un’altra signora venuta da Imola in maglietta pentastellata. «È un imbroglio bello e buono: ci chiamano a votare un referendum su cose che hanno già deciso», discutono due signori milanesi, parlando della riforma costituzionale.
È chiaro che a Casaleggio il popolo Cinque stelle riconosce questo merito: aver provato a rompere lo schema della politica che cala decisioni dall’alto. E allora giù fischi e qualche «Via!» per Lorenzo Guerini, portavoce e vicesegretario del Partito Democratico, e per il deputato del Pd Emanuele Fiano. L’applauso più forte è invece per Dario Fo. Amico di Casaleggio e appassionato sostenitore delle sue idee, l’artista premio Nobel si era detto «sconvolto oltre ogni misura» dalla scomparsa del guru cinque stelle. Per il funerale aveva promesso di dire «qualcosa di semplice e facile» ma poi l’orazione non c’è stata. E Fo a fine esequie ha lasciato la basilica salutando tutti ma in silenzio.