L’AQUILA – Da gennaio a luglio le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps sono state 19.013.577. Un dato che la Cgil regionale definisce “negativo”, in quanto per la prima volta dopo 18 mesi la cassa integrazione in Abruzzo torna a crescere rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (nei primi sette mesi del 2011 era stata di 17.703.920 ore), con un incremento pari al 7,4%. I lavoratori interessati sono 15.636 (posizioni di lavoro a zero ore) e sono cresciuti di circa quattromila unita’ rispetto a gennaio 2012. Inoltre un lavoratore in cassa integrazione a zero ore ha perso di salario, mediamente, 650 euro netti al mese. Cio’ ha determinato nella nostra regione – dice Sandro Giovarruscio – una riduzione del monte salari pari a 70 milioni di euro.
Per quanto riguarda le singole province, nel mese di luglio il maggiore incremento di cassa integrazione si e’ avuto a Chieti (che ha raggiunto 6.843.960 ore), a seguire Teramo (6.374.574), L’Aquila (3.588.813) e Pescara (2.206.230). A Chieti in particolare cresce la cassa integrazione ordinaria, mentre a Teramo aumenta quella straordinaria. La cassa integrazione, dunque, cresce in tutte le sue tipologie e i dati segnalano una forte crisi nel settore industriale, con il rischio di un progressivo declino del settore manifatturiero abruzzese, che ha rappresentato e rappresenta un punto di forza dell’economia regionale. La crisi infatti coinvolge l’intero comparto produttivo, sia le grandi che le piccole aziende.
La crisi ovviamente – rileva il sindacato – si riflette anche in altri comparti, basti pensare a quel che accade nel commercio, dove si registra un incremento della cassa integrazione, che equivale al 13% del totale abruzzese. Le politiche regionali realizzate a sostegno del lavoro, pur importanti, non sono purtroppo sufficienti per fronteggiare una crisi di cosi’ vaste dimensioni, tale – afferma Giovarruscio – che la stessa Unioncamere ha annunciato un secco -2% del Pil abruzzese e un’ulteriore perdita di 4.000 posti di lavoro. A cio’ si aggiunge il fatto che sono oltre 70.000 le persone in cerca di lavoro, un dato drammatico cresciuto soprattutto negli ultimi due anni, quando il peggioramento della crisi economica delle famiglie ha rimesso sul mercato del lavoro migliaia di abruzzesi.