AMATRICE – “Aspettiamo di vedere la denuncia, ma non ci fa nessuna paura”. Posizione ferma quella di Laurent Sourisseau, in arte Riss, direttore della rivista Charlie Hebdo. La sua suona come una nuova rivendicazione della libertà di espressione dopo la notizia della denuncia al suo giornale da parte del Comune di Amatrice.
«Ci sono state tante dichiarazioni – ha detto Riss a France Inter – la denuncia aspettiamo di vederla, vediamo di che si tratta. Ma non ci fa nessuna paura, di vignette come questa ne abbiamo fatte a decine, è una come un’altra, di umorismo nero. Trovo completamente sproporzionato tutto questo chiasso per un disegno».
La vignetta sul terremoto, pubblicata da Charlie Hebdo sul numero del 31 agosto, ha scatenato diverse reazioni in Italia. La maggior parte dell’opinione pubblica ha condannato la rivista francese attraverso i social network, appoggiata anche da personalità politiche di rilievo chiamate a esprimersi sul caso. Dal presidente del Senato, Pietro Grasso, al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: una sequenza di interventi istituzionali che ha immediatamente suggerito all’ambasciata francese di prendere immediatamente le distanze da Charlie Hebdo.
Ma Riss non ha apprezzato e, anzi, nel corso dell’intervista a France Inter ha attribuito implicitamente agli indignati un’ipocrisia di fondo: «Abbiamo fatto in passato vignette simili su Bruxelles, sul terremoto ad Haiti e nessuno ha protestato, nessun italiano ha protestato.
La morte è un tabù, qualche volta bisogna provare a trasgredire. Quando vediamo sui social network la dimensione che ha preso questo caso – ha aggiunto – sembra di essere in una “cretinosfera”, in un manicomio, in un ospedale psichiatrico a cielo aperto».