L’AQUILA – Anche stavolta ci ha ripensato. In una conferenza stampa Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila, ha ritirato le dimissioni, da primo cittadino- Dimissioni che aveva presentato l’11 gennaio in seguito all’inchiesta sulle presunte mazzette per gli appalti del dopo-sisma, per cui è indagato l’ex vicesindaco Roberto Riga.
“Con le dimissioni l’immagine della mia citta come di un magna magna è aumentato. Ci siamo riuniti e mi si è chiesto di tornare. Per questo sono rinfrancato”. Queste le parole del sindaco che ha aggiunto: “Se arrivassero i fondi subito la ricostruzione, L’Aquila è in partenza, qui c’è una macchina che ha solo bisogno di benzina, 110 milioni di cantieri che possono partire”. “Abbiamo mangiato la polvere” In merito all’inchiesta della procura su presunte tangenti per la ricostruzione post-sisma Cialente ha assicurato di aver piena fiducia nei giudici e ha assicurato: “qui all’Aquila non è entrata la mafia”. Ha poi aggiunto: “Magna magna all’Aquila? Noi abbiamo magnato la disperazione, abbiamo mangiato la polvere delle nostre case distrutte”. “Quello che voglio sottolineare è che la ricostruzione dell’Aquila è quella che è costata meno rispetto a tutti i terremoti. E’ bene che l’Italia lo sappia e questo è avvenuto perché abbiamo fatto delle regole dure”.
“Su 3 miliardi e cento di richieste dei progettisti abbiamo risparmiato 413 milioni di euro – spiega Cialente – Grazie al meccanismo della filiera che è costata 12 mln di euro quindi siamo arrivati a un risparmio netto di 401 mln di euro”. “Da quando è andato via il commissario per la ricostruzione l’autonoma sistemazione da 3,5 milioni al mese è passata a 1,3 milioni, grazie ad alcune scelte che abbiamo fatto”, ha poi detto Cialente.
Non è la prima volta dicevamo che Cialente decide di farsi da parte. In due occasioni, in sette anni di governo dell’Aquila, il sindaco ha rassegnato le dimissioni. La prima volta accadde nel marzo 2011, dopo un lungo periodo in cui la sua maggioranza non riusciva a votare i provvedimenti. Aveva occupato simbolicamente la sede del Municipio, devastata dal sisma, lamentando il ritardo nell’arrivo dei fondi per la ricostruzione. Alla scadenza dei 20 giorni previsti aveva deciso di ritirare le dimissioni. Concluso il primo mandato (quinquennio 2007-2012), Cialente è stato rieletto nel maggio 2012 al ballottaggio. Soltanto un mese dopo fa partire una nuova minaccia: “Se Chiodi (presidente della Regione Abruzzo) rimane come commissario per la ricostruzione vado via io”. A maggio 2013, sempre per il mancato arrivo dei fondi per la ricostruzione, la clamorosa protesta della fascia tricolore rispedita al Quirinale e delle bandiere tricolori ammainate dagli uffici pubblici. L’anno scorso, a settembre, dopo nuovi sfaldamenti nella sua coalizione, un nuovo avvertimento: “Non ho più la maggioranza, se si va avanti così sarà giusto restituire la parola ai cittadini”.