L’AQUILA – Tra i tanti “nemici” di Cialente usciti allo scoperto dopo lo scandalo tangenti legate alla ricostruzione terremoto, il sindaco aquilano incassa la piena fiducia dei suoi assessori. Infatti, dalla Giunta comunale, riunita stamani, e’ arrivato il “pieno sostegno” al sindaco.
L’esecutivo si era riunito per “convincere” il primo cittadino a non rassegnare le dimissioni dopo lo scandalo su presunte tangenti nell’affidamento degli appalti per il post sisma che vede tra gli indagati anche il suo vice sindaco, Roberto Riga, dimessosi dall’incarico. La Giunta ha chiesto a Cialente di soprassedere da qualsiasi decisione e di “stare sereno”.
Prima dell’incontro alcuni esponenti di maggioranza avevano parlato di un sindaco “molto scoraggiato”. “E’ una persona che ha dato tanto alla citta’ e che ora e’ allo stremo”. Le deleghe lasciate dal vice sindaco Riga, ambiente e sanita’, rimangono, per ora, nelle mani del primo cittadino. Intanto gli interrogatori dei quattro arrestati e degli altrettanti indagati, accusati a vario titolo di corruzione, falsita’ materiale e ideologica, millantato credito e appropriazione indebita, inizieranno lunedi’.
Ma per tutta risposta il sindaco si e’ preso due giorni di tempo per decidere se dimettersi o meno. “Lunedi’ – ha detto – sciogliero’ ogni riserva. Ora devo riflettere. Pensare quale sia la cosa migliore per la citta’ e i cittadini”. Ma tra gli elementi su cui riflettere “ci sono anche i rapporti con il governo, sempre piu’ difficili, per i fondi insufficienti per la ricostruzione”. E’ la prima volta che il Comune, tra le tante inchieste in corso relative agli appalti pos sisma, viene coinvolto in prima persona.
“Nell’indagine – ha detto Cialente – c’e’ il mio vice sindaco. L’ho scelto io e la responsabilita’ e’ mia”. Intanto dalla maggioranza escono due voci critiche, quella del capogruppo di Rifondazione Comunista, Enrico Perilli e quella del consigliere del Pd Antonello Bernardi. Entrambi chiedono “un deciso cambio di rotta per mantenere il vincolo di fedelta’ al centrosinistra”. Per Bernardi, in particolare, “bisogna rimettere mano alla Giunta e, se del caso, azzerarla”.