
LANCIANO – Un ingente traffico di cocaina è stato scoperto nel chietino. La droga proveniva dal veneto e dalla romagna. L’operazione è stata disposta dal Gip di Lanciano Massimo Canosa in accoglimento delle richieste del Procuratore facente funzioni Rosaria Vecchi.
Polizia in azione dalle 5 di questa mattina in città con decine di uomini impegnati nell’esecuzione di 11 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 5 ai domiciliari. Oltre a loro ci sono anche 34 indagati nell’operazione “Arusha” che ha portato alla luce un traffico di droga, in particolare cocaina purissima, in partenza da Rimini e Piazzola sul Brenta per arrivare a Rocca San Giovanni dove veniva nascosta in un bosco prima di essere smerciata.
Blitz all’alba di Squadra Mobile di Chieti, commissariati di Lanciano e Vasto, unità cinofile di Pescara e Ancona e reparto elicotteri di Pescara, 26 le perquisizioni domiciliari. Lo stupefacente aveva un’elevata potenzialità lesiva. Tra gli arrestati un ruolo fattivo e propulsivo lo hanno svolto tre donne, due italiane e un’albanese, quest’ultima assoldava e preparava gli spacciatori.
Il Capo della Squadra Mobile di Chieti Francesco Costantini ha spiegato che era un’organizzazione ben radicata sul territorio, composta da cittadini italiani e albanesi che si ponevano al vertice dell’organizzazione e che provvedevano all’approvigionamento della droga che veniva spacciata dai referenti nella zona frentana, i quali a loro volta rifornivano i pusher.
“La droga” -ha aggiunto il Procuratore facente funzioni di Lanciano Rosaria Vecchi- “arrivava da due direttrici di approvvigionamento, uno veneto e uno riminese. I corrieri albanesi immettevano sul territorio partite di Cocaina tra i 100 e i 150 grammi con cadenza settimanale o quindicinale. I referenti locali che erano ritenuti solvibili venivano riforniti a credito dai corrieri principali”.