ROMA – Massimo Colomban «non ha il tempo e la disponibilità per assumere il ruolo di vicesindaco in Roma Capitale». Lo ha affermato lo stesso assessore alle Partecipate. «Come imprenditore e tecnico – ha spiegato – ho infatti assunto il ruolo di “assessore alla riorganizzazione delle Partecipate” e quindi preferisco completare questo compito, prima di assumere altri impegni gravosi e/o politici». Ha comunque dato la propria disponibilità ad affiancare la Raggi nelle scelte strategiche sia in Comune di Roma che nelle partecipate.
Colomban, ex imprenditore di successo vicino a Casaleggio e con un passato di simpatie leghiste, era il candidato numero uno per sostituire Daniele Frongia come vicesindaco. Anche se sull’ipotesi di una sua elezione i consiglieri M5S erano divisi: «Non è di Roma», dicevano i critici.
Intanto la sindaca di Roma in un lunghissimo post su Facebook aveva prima ammesso – «È stata una settimana difficile -, poi aveva rilanciato: «Vorrei tranquillizzare i romani: nonostante le difficili giornate trascorse il lavoro per la città non si è fermato. Anzi prosegue con ulteriore slancio». Elencando una serie di realizzazioni e progetti per trasporti, politiche abitative, municipalizzate, decoro e altro.
Buoni propositi, mentre per il rischio di avviso di garanzia al sindaco potrebbe arrivare a breve il nuovo codice etico M5S, senza obbligo di dimissioni, come da post ieri di Beppe Grillo. Intanto questa mattina, Virginia Raggi, prima di recarsi in Campidoglio dove l’aspetta un’altra “calda giornata” ha risposto ai giornalisti: «Se mi arriverà un avviso di garanzia? Valuterò. Non sono commissariata e mi sento ancora dentro M5S».
E dopo due giorni di silenzio sono tornati a farsi sentire i giovani leader Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. «Dobbiamo imparare dagli errori, capire che ci sono realtà come Roma che hanno bisogno di un supporto maggiore del M5S e che stiamo provando a fare con la decisione presa ieri, che sposo e condivido», dice `Diba´, tra i maggiori sponsor di Raggi, in un video su Fb. Su Marra afferma che «tutto il M55 aveva chiesto di allontanarlo» ma la sindaca «si è fidata». «A volte siamo ingenui – dice il deputato -, a volte onestà e ingenuità camminano assieme».
Netto anche Di Maio, che rivela di aver incontrato Marra quando era ancora vicecapo di gabinetto in Comune. «Tutto il M5S ha sempre chiesto l’allontanamento di Marra e che non ci sia mai stata sponda da parte di alcuno – scrive il vicepresidente della Camera su Fb -. Marra se ne doveva andare e, con cortesia, glielo dissi in faccia».