MONTESILVANO – Un uomo di 49 anni è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo della compagnia di Pescara e da quelli della compagnia di Montesilvano per il tentato omicidio di Carlo Pavone, l’ingegnere informatico di 43 anni che la sera del 30 ottobre scorso e’ stato raggiunto alla testa da un proiettile in viale de Gasperi, a Montesilvano, ed e’ rimasto ferito gravemente.
L’arresto e’ avvenuto in esecuzione di una ordinanza del gip del Tribunale di Pescara. L’uomo, che avrebbe una relazione con la moglie di Pavone, e’ di Chieti ma lavora a Pescara, alle Poste, dove e’ stato prelevato nella tarda mattinata. E’ stato rinchiuso in carcere. Inoltre i militari dell’Arma stanno eseguendo delle perquisizioni domiciliari, sempre per fare luce sul tentato omicidio.
L’arrestato e’ Vincenzo Gagliardi, che lavora al Centro meccanografico delle Poste italiane in via Volta, a Pescara. Deve rispondere di tentato omicidio aggravato. Stamani, quando e’ stato arrestato, si e’ professato innocente. In passato ha lavorato con la moglie di Pavone, con la quale ha una relazione sentimentale di cui Pavone era a conoscenza per cui si ritiene che il movente sia passionale. Nel corso delle indagini e’ stato ricostruito nei suoi confronti un quadro accusatorio “grave e preciso”, ha detto in conferenza stampa il colonnello Francesco Carleo, e sono stati raccolti “diversi elementi”, tutti accolti dal pm e poi dal gip Maria Michela Di Fine. Ad indirizzare i carabinieri verso Gagliardi e’ stato un caro amico di infanzia di Pavone, un poliziotto che lavora fuori regione e che sapeva di una discussione avvenuta tra l’ingegnere informatico e la moglie, la quale aveva annunciato di voler interrompere il rapporto extraconiugale.
Quella sera Pavone stava gettando la spazzatura sotto casa quando e’ stato ferito e abbandonato li’, a terra. Lo ha trovato un passante che ha lanciato l’allarme e sollecitato l’arrivo dei soccorsi e in un primo momento si e’ pensato ad un malore mentre gli accertamenti successivi eseguiti in ospedale, a Pescara, hanno fatto emergere che l’uomo era stato colpito da un proiettile.
A fianco al suo corpo e’ stato trovato un coltello con delle tracce di sangue. Dopo circa tre mesi di ricovero nel reparto di rianimazione, a seguito di un intervento, ha lasciato l’ospedale di Pescara ed e’ stato trasferito a Potenza Picena per la riabilitazione. Del caso si sono occupati i carabinieri, che hanno passato al setaccio la vita di Pavone, sposato e padre di due bambini. Sono stati coinvolti pure gli esperti del Ros e quelli del Ris, con una lunga serie di accertamenti tecnici che hanno interessato anche l’ogiva, il coltello e un fucile sequestrato a uno dei sospettati dai militari dell’Arma.