L’AQUILA – La crisi continua a fare le sue vittime in tutti i campi, compresi quelli di commercio e turismo. Il 2014 inizia male in Abruzzo, secondo l’Osservatorio Confesercenti. Nei primi 4 mesi dell’anno i due settori hanno gia’ polverizzato oltre 700 piccole e medie imprese del terziario, portandosi via 538 negozi e 169 fra bar e ristoranti. Il 2013, sempre secondo l’Osservatorio Confesercenti, aveva visto la chiusura di 1.069 negozi e 754 pubblici esercizi.
“Che la crisi stia mordendo ancora con tutta la sua forza e’ del tutto evidente – sottolinea il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino – ma ci sono regioni dove l’inversione di tendenza inizia a manifestarsi. L’Abruzzo non e’ fra queste, ed anzi la moria di attivita’ economiche non si arresta. Per questa ragione chiediamo che da subito la nuova giunta regionale dia segnali inequivocabili di una netta e visibile inversione di marcia”.
Carico fiscale oppressivo, scarsa domanda interna, assenza di piani di sviluppo e insufficiente sostegno alla nuova domanda turistica sono, secondo Confesercenti, le principali motivazioni della fuoriuscita dal mondo del lavoro di centinaia di piccole imprese. “Perdere 700 imprese vuol dire aver bruciato 1.200 posti di lavoro – ricorda Giammarino – e vogliamo sperare che la stagione estiva porti una boccata d’ossigeno all’economia regionale, pur in assenza di una strategia turistica aggressiva sui mercati nazionali ed internazionali. E’ giunto il momento di ridare all’Abruzzo una programmazione di qualita’, identitaria, pluriennale e di visione dell’offerta turistica, integrandola con gli altri prodotti di punta della regione come l’agroalimentare e l’ambiente”.
“Confidiamo da subito – aggiunge Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti – che si lavori alla definizione di una nuova strategia con azioni mirate a sostegno dell’offerta turistica possibilmente fin da questa stagione estiva. Si rende indispensabile inoltre un incontro con tutti i sindaci della costa abruzzese, convocati dal presidente D’Alfonso, e le associazioni di categoria per aprire un cantiere a tutela del patrimonio turistico, avviando interventi immediati sulla depurazione delle acque e lanciando messaggi rassicuranti sia ai potenziali turisti che agli operatori turistici, che non possono vedere svanito il proprio lavoro a causa dell’incompletezza dell’intervento di alcune amministrazioni locali”.