
L’AQUILA – Ventinove persone sarebbero morte per causa loro. Per questo motivo sono stati chiesti quattro anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo, disastro e lesioni gravi per i sette imputati del processo alla Commissione Grandi Rischi che, secondo l’accusa, il 30 marzo del 2009, cinque giorni prima del tragico terremoto che provocò la morte di 309 persone, rassicurarono gli aquilani inducendoli a non prendere la precauzione di uscire fuori da casa dopo una scossa forte. È questa la richiesta del pubblico ministero, Fabio Picuti, formulata al termine di una lunga requisitoria.
I sette membri della Commissione sono: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione; Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e.; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.