MONTESILVANO – Francesco Maragno questa mattina ha formalizzato le dimissioni dalla carica di sindaco di Montesilvano. Nella lettera, indirizzata al presidente del consiglio comunale, ai consiglieri e al segretario generale, parla della “pretesa taluni consiglieri di maggioranza di legittimare una ‘cabina di regia’ esterna alle cariche elettive, alle funzioni ed ai ruoli dell’amministrazione comunale, bypassando la volonta’ degli elettori e sottoponendo gli Organi comunali ad una intollerabile pressione lobbistica” che, prosegue, “andava ed e’ stata stroncata senza alcun tipo di esitazione, poiche’ personalmente – per propensione etica, culturale e professionale – non ho mai accettato ne’ potro’ mai consentire alcuna forma di prevaricazione o intimidazione”.
Maragno, inoltre, sottolinea, che se la politica “vuole riappropriarsi del ruolo di garanzia del bene collettivo che le e’ proprio, deve avere la forza di collocare ai margini i gruppi di pressione, i prestanome e i portatori di interessi personali a tutti i livelli, allontanando chi della poltrona intenda fare un mestiere. E che il mio serio e disinteressato impegno in politica non fosse sinonimo di attaccamento alla poltrona ritengo di averlo dimostrato, semmai ve ne fosse stato bisogno, ieri pomeriggio.Si e’ trattato di un atto d’amore nei confronti della mia citta’”.
Maragno conclude la lettera con un augurio a tutti i montesilvanesi “di riuscire finalmente ad esprimere una nuova classe politica capace di realizzare il sogno di avere una citta’ dove il bene comune sia la priorita’ assoluta degli amministratori, tralasciando personalismi e interessi personali”.
Sull’argomento interviene la Cna:”La crisi, a poche settimane dal voto, impone l’esigenza di ripensare l’intero assetto istituzionale dell’area pescarese, e puntare con decisione e rapidamente alla costruzione della ‘Grande Pescara’”. Lo affermano, in una nota congiunta, i presidenti regionale e di Pescara della Confederazione, Italo Lupo e Riccardo Colazilli, secondo i quali il fatto che a determinare la scelta di dimissione del sindaco Francesco Maragno “sia stata la mancata approvazione del bilancio in consiglio comunale, al di la’ delle schermaglie tra schieramenti e partiti, su cui non intendiamo entrare, sta a dimostrare la difficolta’ di amministrare disponendo di risorse esigue. D’altra parte, anche la recente polemica delle associazioni d’impresa e dei sindacati dei lavoratori con l’amministrazione comunale pescarese, generata dall’aumento generalizzato della tassazione a carico di imprese e famiglie, si iscrive nello stesso capitolo”.
Per uscire dall’impasse, a detta della confederazione artigiana, non resta dunque che “seguire la strada indicata dal referendum consultivo che il 25 maggio scorso ha decretato, per volonta’ dei cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore, la decisione di procedere all’unificazione delle tre realta’: il fatto che al quesito abbiano risposto positivamente circa 65mila elettori dei tre centri, sta a significare una espressione di volonta’ chiara, cui tocca ora alla Regione Abruzzo dare attuazione con le procedure previste dalla legge, senza tentennamenti e ostruzionismi di sorta, dettati da calcolo politico o companilismi”.
“Oltretutto – aggiungono Lupo e Colazilli – in tempi di ‘vacche magre’ imposti dalla crisi alle amministrazioni locali, rischiano di passare in secondo piano gli enormi vantaggi che ricadrebbero sulle comunita’ amministrate: ai circa 7 milioni di risparmi annui ottenuti dalla contrazione del costo della politica, con il taglio delle poltrone di sindaci, assessori e consiglieri comunali, dall’unificazione dei servizi e del personale, dall’eliminazione dei doppioni, dall’unificazione delle societa’ partecipate, si unirebbero i grandi vantaggi previsti dalla legge. Come la deroga per tre anni al Patto di stabilita’ interno, che impedisce anche ai Comuni virtuosi di investire; l’erogazione per dieci anni di un contributo annuale straordinario pari al 20% in piu’ degli attuali trasferimenti da parte dello Stato; una ulteriore quota individuata da altri Fondi statali, come quello di solidarieta’ tra i Comuni. Risorse fondamentali per costruire i bilanci senza continuare a chiedere sempre sacrifici ai cittadini con nuove tasse e a sacrificare interventi importanti sui servizi alle collettivita’”.