SULMONA – Dopo la firma dei nove consiglieri che mandano di fatto a casa il sindaco e l’intera amministrazione comunale di Sulmona, interviene il Pd regionale. I primi a firmare davanti al segretario generale del Comune sono stati proprio i consiglieri del Pd Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, nonostante il segretario regionale Marco rapino abbia tentato di dissuaderli fino alla fine.
“Prima di tutto – scrive il segretario in una nota – voglio ringraziare chi, in questi giorni e in queste ore, ha lavorato senza sosta per cercare di trovare una soluzione che riportasse la citta’ di Sulmona ad uno stato di governabilita’, soprattutto chi, tra i professionisti contattati per la composizione della nuova giunta, aveva deciso di mettersi in gioco per il bene di tutti”.
“Purtroppo, nonostante gli innumerevoli sforzi e tentativi, non e’ stato possibile farlo. Per la quarta volta consecutiva Sulmona verra’ commissariata e travolta. La sua classe dirigente perde un’altra opportunita’ di dimostrarsi diversa e matura. Chi sedeva tra i banchi dell’amministrazione, chi sedeva dalla parte della maggioranza ha sulle spalle, ora, una grande responsabilita’: a cominciare dalla mancanza della certezza assoluta di poter tornare al voto in tempo utile per gli appuntamenti del 2017. Ma non solo questo. Chi sedeva tra quei banchi e dalla parte della maggioranza ha anteposto la propria personale visione a quella della sua comunita’ politica, la stessa comunita’ politica grazie alla quale era stato eletto”.
“Ma non solo. C’e’ una cosa ben piu’ importante – osserva Rapino -: chi era stato eletto per stare in maggioranza ha tradito il mandato che gli era stato consegnato dai suoi elettori. Credo e sono convinto che la citta’ di Sulmona meriti molto di piu’ di tutto questo. Lo stesso Partito Democratico e i nostri militanti, chi si rispecchia nei nostri valori e principi, merita molto di piu’ di vedere tra le prime firme, di quella che e’ solo una sconfitta, due dei suoi rappresentanti in consiglio comunale. Gli stessi che, fino a qualche ora prima, dicevano di essere disponibili a trovare una soluzione mentre tramavano l’epilogo di questa vicenda. Questo tipo di classe dirigente condanna la citta’ al declino. Ora piu’ che mai convinto che i veri innovatori sono quelli che cambiano il destino”, conclude Rapino.