PESCARA – E pensare che le “confessioni” fatte ad un prete doverebbero restare segrete. Evidentemente non è stato così. Dopo questa “rivelazione”, i sostituti procuratori Valentina D’Agostino e Cristina Tedeschini hanno chiesto al gip Luca De Ninis il giudizio immediato per Giulio Cesare Morrone che nel 1990 avrebbe ucciso la moglie, Teresa Bottega, nel pescarese, al culmine di una delle tante liti che contraddistinguevano il rapporto tra i due.
La sua colpevolezza e’ emersa solo nei mesi scorsi quando un testimone indiretto del fatto si è rivolto alla squadra mobile di Pescara e ha raccontato di aver saputo dell’omicidio da un prete, che a sua volta era stato informato direttamente dall’uxoricida. Gli investigatori hanno riaperto il caso, che era stato archiviato come scomparsa volontaria, e nel corso di una confessione Morrone ha ammesso di essere l’assassino. Sarebbe stato lui stesso a disfarsi del corpo della moglie in provincia di Ferrara. Quando è scomparsa Teresa Bottega aveva 35 anni, il marito 34. Il gip adesso valuterà se ci sono i presupposti per il giudizio immediato.