ROMA – È ancora fumata nera per l’elezione di due giudici della Consulta e dei membri restanti del Csm. Cade quindi nel vuoto, almeno per adesso, il richiamo di Napolitano. Luciano Violante ha ottenuto 518 voti, Donato Bruno 511. Fonti di FI spiegano che a Bruno sono mancati i voti della Lega.
Le pretese settarie rischiano dunque di creare paralisi istituzionale, nonostante alla vigilia del 12esimo scrutinio per l’elezione di due giudici costituzionali, e gli altrettanti “laici” per il Csm rimasti in ballo, Giorgio Napolitano abbia battuto il pugno sul tavolo, con una dichiarazione che mette nero su bianco le ricadute immediate, e potenziali, dello stallo.
È terminato, dopo un’ora e 45 minuti, l’incontro a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. All’incontro hanno partecipato anche Gianni Letta e Denis Verdini per Forza Italia, ed il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Il faccia a faccia è servito a fare il punto sullo stallo nell’elezione dei membri della Consulta e sulle riforme. «Non si è parlato di Consulta e di Csm se non per condividere l’appello del Capo dello Stato – spiega Guerini al termine dell’incontro -. I gruppi si sono già pronunciati e andiamo avanti con quei nomi». Durante l’incontro, aggiunge Guerini i due leader hanno concordato sulla necessità di accelerare sulla riforma della legge elettorale con la calendarizzazione in tempi brevi in Commissione al Senato.
Le Camere riflettano sul protrarsi dello stallo per l’elezione dei componenti di Csm e Consulta, in particolare per quel che riguarda il rapporto tra quorum qualificato per l’elezione di incarichi costituzionali e sistema maggioritario. È questo il richiamo che giunge, con una dichiarazione, dal Capo dello Stato. «Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo Csm» afferma Napolitano. Se continuano a «prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte», come in questi giorni per il voto sulla Consulta e il Csm, «il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora», aggiunge il presidente Napolitano.