L’AQUILA – Ancora una falsa richiesta di contributi post sisma. In questo caso si tratta di una richiesta (poi andata a buon fine) effettuata attraverso una falsa dichiarazione: un contributo di circa 170mila euro per l’acquisto, a Pescara, di un’abitazione sostitutiva al posto della casa all’Aquila danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009.
Ora al presunto “furbetto” del terremoto, i finanzieri della Compagnia dell’Aquila, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip Guendalina Buccella, su richiesta del procuratore della Repubblica Fausto Cardella e del pm Stefano Gallo, hanno sottoposto a sequestro preventivo per equivalente proprio appartamento a Pescara, in zona centro. La decisione della magistratura e’ giunta al termine di indagini svolte dai finanzieri sulla richiesta di contributo per l’acquisto di abitazione sostitutiva presentata da R.B., 33 anni, dell’Aquila.
All’epoca del terremoto, l’indagata risultava residente in un immobile ubicato nei pressi della villa comunale all’Aquila ma, in realta’, dalle indagini e’ emerso che il suo effettivo domicilio era coincidente con quello dei genitori. Infatti l’immobile per il quale l’indagata ha richiesto la delocalizzazione, gravemente danneggiato dal sisma, fino al 6 aprile 2009 era occupato, con regolare contratto di locazione, da tre studenti universitari di cui uno, purtroppo, perse la vita proprio quella notte sotto le macerie dell’edificio.
Come e’ noto, la normativa di riferimento prevede, per la ricostruzione delle abitazioni diverse da quella principale, un indennizzo a carico dello Stato limitato a una percentuale dei lavori necessari al ripristino che, comunque, non puo’ superare gli ottantamila euro. L’indagata, attestando falsamente che l’edificio in questione era la sua abitazione effettiva e principale, ha pensato di superare tale limite ed ha richiesto ed ottenuto un indebito beneficio complessivo pari ad oltre 170mila euro, tra la somma corrisposta per l’acquisto dell’unita’ abitativa sostitutiva di Pescara e il contributo di autonoma sistemazione, anch’esso ritenuto dall’Autorita’ giudiziaria inquirente non spettante proprio in ragione della falsita’ delle dichiarazioni prodotte. A supporto della tesi accusatoria, le testimonianze dei due studenti superstiti ed una serie di documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza che dimostrano l’effettiva residenza della donna prima del sisma.