NAPOLI – Un nuovo scandalo dei colletti bianchi scuote l’Italia. Questa volta i reati di corruzione e turbativa d’asta vengono contestati, a vario titolo, dalla Procura di Napoli a sindaci, consiglieri regionali, imprenditori, professori universitari prevalentemente della provincia di Caserta.
69 le ordinanze di custodia cautelare eseguiti, dalle prime ore dell’alba, dalla Polizia tributaria della Guardia di Finanza in una maxi-operazione coordinata dai procuratori aggiunti di Napoli Nunzio Fragliasso e Giuseppe Borrello con un pool di cinque pm della Dda (Maresca, Giordano, Landolfi, Sanseverino, e D’Alessio)
Si tratta di una sorta di «mafia capitale» in salsa campana, che vede anche il coinvolgimento dei camorristi casalesi, fazione dei Casalesi. I fermati sono accusati, a differente titolo, di corruzione ed altre gravi irregolarità nelle gare di appalto pubblico realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di tipo camorristico. In particolare sarebbero legati al clan Zagaria.
Al centro dell’inchiesta Guglielmo La Regina, imprenditore che già un anno fa era finito nello scandalo sulla ricostruzione del palazzo Teti Maffuccini (che provocò un terremoto politico per l’indagine nei confronti dell’ex presidente del Consiglio regionale Pd Stefano Graziano, poi prosciolto).