AVEZZANO – La provincia aquilana, ma in particolare la Marsica potrebbe essere definita la pecora nera d’Abruzzo. Si perché da oggi scattano le restrizioni per 38 centri: una vasta area della Marsica, Piana di Navelli e Valle Subequana. Solo 3 nel Teramano, nessun Comune in zona rossa nel Chietino e nel Pescarese.
Marco Marsilio lo ha esternato al termine della riunione dell’Unità di crisi. I comuni in zona rossa passano quindi a 41. Nel complesso l’Rt regionale sale leggermente e arriva a 0.89 proprio a causa dell’aumento dei contagi nell’Aquilano. “La situazione è critica, con misure necessarie e persino anticipate dai sindaci. Le polemiche non servono, bisogna rispettare le regole ed evitare che l’esplosione dei contagi possa trascinare in rosso tutta la regione”.
“Non possiamo – aggiunge Marsilio – vanificare due mesi di sacrifici e sofferenze. I dati della provincia aquilana sono preoccupanti e giustificano ampiamente le misure restrittive. Come ogni venerdì, l’unità di crisi ha lungamente valutato i dati epidemiologici, e nel tardo pomeriggio sono state assunte le decisioni poi formalizzate nella consueta Ordinanza. Dispiace che alcuni sindaci, sugli oltre 40 interessati, abbiano ricevuto la comunicazione dalla mia segreteria o dalla Asl qualche minuto dopo aver raccolto la notizia dai telegiornali. Può essere dipeso dalla numerosità dei comuni coinvolti e dall’ampiezza dell’area sottoposta alla zona rossa”.
“Quanto a chi lamenta misure ‘eccessive’, sottolineo che a partire dal comune più popoloso coinvolto dalle nuove misure, la situazione di criticità e di pericolo era talmente evidente da aver spinto le autorità cittadine ad adottare una misura di chiusura delle scuole, peraltro nemmeno prevista nell’attuale normativa. Come si sa, l’ultimo decreto-legge sottrae a Regioni e comuni il potere di chiudere le scuole, che restano aperte anche nelle zone rosse almeno fino alla prima media. L’unica misura legittima per tenere chiuse le scuole dalla seconda media in su, è quella di adottare la disciplina della zona rossa in ragione del superamento del limite dell’incidenza di 250/100.000 casi settimanali o a causa della presenza di varianti e di diffusione del virus particolarmente significativa e con gravi conseguenze di morbilità e letalità. Esattamente quello che sta accadendo in gran parte della Marsica, della Val Roveto, della Valle Subequana e della Piana di Navelli”.
“Una zona dove la pressione sulle strutture ospedaliere è ancora al di sopra delle soglie di allarme, e che difficilmente potrebbe reggere un’ulteriore urto. Nell’ultimo report settimanale, la provincia dell’Aquila ha registrato un’incidenza di 216, nonostante almeno un paio di giorni a cavallo di Pasqua caratterizzati da scarsa attività diagnostica. Vuol dire che il dato ‘reale’ sarebbe stato sicuramente più elevato, molto prossimo se non superiore alle soglie di legge. Anche in questi ultimi due giorni la provincia ha continuato a registrare numeri al limite della soglia. Nell’analisi puntuale del territorio, è emerso che tali casi non siano egualmente diffusi: l’Alto Sangro, la Valle Peligna e del Sagittario, l’Alto Aterno e la città dell’Aquila sono sensibilmente al di sotto della soglia, che al contrario è ampiamente superata nelle aree poi circoscritte e delimitate come zone rosse. In tale quadro, assume scarso rilievo se alcuni comuni inseriti nella zona rossa attualmente registrano pochi casi, vista l’immersione in un contesto di forti e consolidate relazioni e interscambi”.
“La speranza e l’auspicio è che, con la collaborazione di tutti, a partire dai cittadini responsabili dei comportamenti individuali, si arrivi presto a superare tale situazione di criticità. La Regione ha conosciuto settimane di discesa dell’indice Rt, arrivato a 0,81. Nell’ultima settimana è tornato a salire a 0.89, a causa della sola provincia aquilana, abbondantemente sopra l’1 da almeno due settimane. Se non arrestiamo questa dinamica, come abbiamo fatto per Chieti e Pescara che oggi – non a caso – non conoscono più comuni in zona rossa, rischiamo che tutto l’Abruzzo venga trascinato in arancione o addirittura in rosso. Sarebbe una beffa, visto che questa che inizia è la quarta settimana che la nostra Regione avrebbe registrato dati da zona gialla (abolita per decreto-legge): arrivare al giorno delle riaperture in condizioni da non poterlo fare”.
“Quanto ai ristori, o sostegni che dir si voglia, mi unisco alla richiesta di famiglie e imprese affinché arrivino dal Governo maggiori e più eque sostanze. L’annuncio di un nuovo scostamento di Bilancio va in questa direzione. Nel frattempo, la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale è pronta a depositare un nuovo disegno di legge per autorizzare la finanziaria regionale a erogare altri 10 milioni di euro alle aziende in difficoltà”.
Ecco l’elenco completo dei comuni soggetti a maggiori restrizioni, che con la nuova ordinanza saranno zona rossa, e quelli che escono dalle misure restrittive.
Provincia di Chieti: esce dalle restrizioni il Comune di Lentella; nessun comune in zona rossa da lunedì.
Provincia di Pescara: escono Collecorvino, Roccamorice e San Valentino in Abruzzo Citeriore; nessun comune in zona rossa da lunedì.
Provincia di L’Aquila: esce dalle restrizioni il comune di Pratola Peligna. Sono in zona rossa i Comuni di Avezzano, Celano, Pescina, Cerchio, Carsoli, Corfinio, Oricola, Pereto, Rocca di Botte, Sante Marie, Tagliacozzo, Cappadocia, Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana, Castellafiume, Capistrello, Canistro, Civitella Roveto, Morino, San Vincenzo Valle Roveto, Balsorano, Civita d’Antino, Luco dei Marsi, Trasacco, Aielli, Barisciano, Poggio Picenze, Fossa, Ocre, Sant’Eusanio Forconese, Villa Sant’Angelo, San Demetrio ne’ Vestini, Fagnano Alto, Prata d’Ansidonia, San Pio delle Camere, Caporciano, Navelli e Collepietro.
Provincia di Teramo: escono dalle restrizioni i Comuni di Sant’Omero, Sant’Egidio alla Vibrata, Alba Adriatica, Canzano e la frazione di Pietralta nel Comune di Valle Castellana. Sono in zona rossa i Comuni di Martinsicuro, Colonnella e Nereto.