L’AQUILA – Non siamo ancora in situazione emergenziale come lo scorso anno, ma i numeri iniziano a farsi preoccupanti. E’ difficile la situazione che sta vivendo in questo momento l’ospedale San Salvatore dell’Aquila, come altri nosocomi italiani, a causa dei contagi tra il personale sanitario in crescita, fatto che sta mettendo in difficoltà secondo i sindacati Nursind e Anaoo la gestione di molti reparti ospedalieri, come ad esempio Dialisi.
Si rischia di non riuscire a coprire i turni di lavoro e da prima di Natale il numero dei contagi di operatori tra medici e infermieri si aggirerebbe attorno alle 40 unità. Il Covid insomma corre con una risalita dei contagi che vede il numero di infermieri soprattutto assottigliarsi. A questo c’è da aggiungere che non si fanno concorsi, secondo la Nursind, e molti pensionati non sono stati rimpiazzati e quindi alla carenza cronica si aggiungono le difficoltà legate alla pandemia.
Secondo i dati dei sindacati ci sono infermieri che arrivano a fare anche nove turni di notte di fila per coprire i turni scoperti di colleghi contagiati e secondo il dottor Loreto Lombardi, segretario Anaoo, ci sono contagi anche tra i medici. Chi c’è cerca di fare ciò che può ma se si continua così l’ospedale rischia di andare al collasso.
Da ambienti interni alla Asl si apprende che la problematica esiste ma c’è una doverosa precisazione da fare. L’ospedale non è un luogo di contagio, fanno sapere, si tratta di persone che si sono contagiate al di fuori del luogo di lavoro e quindi da questo punto di vista l’ospedale è ancora un luogo protetto. Si tratta di persone asintomatiche per lo più che hanno scoperto la positività proprio perché la Asl ha una maglia di controllo molto rigida che prevede l’esecuzione di tamponi a medici e infermieri molto spesso.
L’allarme in realtà è stato lanciato anche a livello nazionale. Ogni giorno si ammalano di Covid infermieri e medici in prima linea in tutti gli ospedali italiani e L’Aquila non fa eccezione con le stesse difficoltà che si erano create nelle altre ondate ma con la differenza del vaccino che riduce la pressione a livello ospedaliero ma che a livello di gestione del nosocomio purtroppo crea questo tipo di difficoltà.