L’AQUILA – I finanziamenti da destinare al Cram adesso sembrano essere diventati motivo di discussione. Alcune parole del presidente Chiodi non erano andate giù a diverse persone, ed nel giro di poche ore si è scatenato un botta e risposta tra le parti. Il parlamentare abruzzese di Sel Gianni Melilla lo ha fatto su Facebook. Chiodi ha messo in evidenza che si dovrebbe evitare che “uno scopo nobile si riduca ad occasioni di viaggio per un numero eccessivo di persone a spese della collettività”. Ha anche chiesto che le riunioni del Cram si svolgano in terra d’Abruzzo. Melilla scrive sul social network che “le affermazioni di Chiodi contro le comunita’ abruzzesi all’estero e la necessita’ che l’Abruzzo mantenga un forte legame con loro sono deliranti e ipocrite. Non e’ dal costo di una riunione ogni anno del Cram con una quarantina di presidenti delle associazioni abruzzesi nel mondo che puo’ venire un attentato al bilancio della Regione ma bel altro…” – dice sempre Melilla.
Anche il consigliere regionale Franco Caramanico di Sel dice la sua, usando parole pesanti nei confronti di Chiodi: “Il presidente non ha perso l’occasione per dimostrare la sua ignoranza e la sua irresponsabilità”. E aggiunge: “Chiodi farebbe meglio a parlare del suo operato, dei 450 milioni di debito, della sanita’ allo sbando, della sua maggioranza che ormai da oltre un anno non riesce ad assicurare nemmeno la presenza in aula. Del resto, se in base ai sondaggi e’ all’ ultimo posto nelle graduatoria di apprezzamento dei presidenti delle regioni, c’e’ un motivo. Chi gli ha impedito di fare chiarezza sulla sede del Brasile che rappresenta un punto di riferimento importante per la promozione dei nostri prodotti alimentari nel mercato sud americano? Capisco che all’inizio della legislatura ha potuto prendere una cantonata parlando di ‘chiusura di una sede regionale’ (che regionale non era) ma insistere appare imbarazzante”.
In soccorso a Chiodi c’è però l’assessore Mauro Febbo, nonché presidente del Cram che nella sua gestione di missioni all’estero ne ha fatte ben poche proprio perché ha più volte spiegato che non ama queste iniziative. “Lo sport più in voga è quello di denigrare a tutti i costi e strumentalmente, come ho potuto leggere in comunicazioni e articoli apparsi sul web e sulla carta stampata, come per esempio quelle del rappresentante Enzo Alloggia, e Domenico D’Amico e di altri esponenti di questo organo regionale, con un atteggiamento più da opposizione politica che da rappresentante di una comunità abruzzese all’estero” dice Febbo il quale aggiunge che “addirittura qualcuno si è offeso in merito ad alcune dichiarazioni del presidente Chiodi sul termine “gite” del Cram fatte in passato. Ebbene sì, confermo e sottoscrivo a pieno quel termine usato dal presidente perché molti dei rappresentanti del Cram sanno come sono stati gestiti determinati fondi e sanno che, spesso, grazie alla capacità di spesa messe a disposizione le “gite” si sono trasformate in “scampagnate” e altro”.