L’AQUILA – E’ stata chiesta la conferma della sentenza di primo grado nel processo di appello per il crollo della Casa dello Studente, avvenuto la notte del 6 aprile 2009 in occasione della violenta scossa di terremoto che provoco’ la morte di 309 persone e la distruzione della citta’. Nel crollo persero la vita otto giovani studenti. A sostenere l’accusa e dunque la conferma della sentenza di condanna a 4 anni di reclusione, per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, il Pg, Alberto Sgambati, nei riguardi di Tancredi Rosicone, Berardino Pace e Pietro Centofani, ovvero dei tecnici autori dei lavori di restauro effettuati nel corso del 2000 allo stabile crollato.
Conferma di condanna anche per Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio (Adsu) che gestiva la struttura, condannato in primo grado alla pena di anni due e sei mesi di reclusione. Alcuni giorni fa e’ deceduto l’ingegnere aquilano Claudio Botta il tecnico che progetto’ la Casa dello Studente. Aveva 95 anni. Era uscito dal processo a causa della malattia. Nell’udienza di questa mattina, gli avvocati difensori hanno chiesto di far entrare nel dibattimento nuove prove, una relazione di calcoli e dvd, frutto di una serie di simulazioni il cui contenuto a loro dire, scagionerebbe gli imputati.
Ma il presidente del collegio giudicante, Luigi Antonio Catelli, si e’ riservato di decidere su questo punto al termine della fase istruttoria. L’udienza e’ stata aggiornata alla prossima settimana. In calendario previste le arringhe degli ultimi due avvocati ed eventuali repliche. Solo al termine di queste, il collegio decidera’ se ritirarsi in camera di consiglio oppure fissare una nuova udienza.