L’AQUILA – Sulla Casa dello Studente dell’Aquila è stata definita “quanto mai appropriata” la scelta processuale di procedere alla perizia tecnica “finendo per fornire al giudice un contributo determinante nella decisione del processo e, prima ancora, nello disvelamento della cause di natura tecnica che hanno portato al crollo dell’edificio”. Cosi’ il gup del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco incentra le motivazioni della sentenza di condanna emessa il 16 febbraio scorso relativa al crollo della struttura nel quale morirono otto ragazzi.
La perizia tecnica sullo stabile era stata affidata alla professoressa Maria Gabriella Mulas, in servizio al dipartimento di ingegneria strutturale del Politecnico di Milano. A quattro anni di reclusione erano stati condannati Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 che, secondo l’accusa, avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che gia’ presentava vizi costruttivi all’epoca della sua edificazione negli anni ’60. Circostanza confermata gia’ dal perito del tribunale, Maria Giovanna Mulas, in una relazione di 1.300 pagine. I tre tecnici sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. A due anni e mezzo era stato condannato Pietro Sebastiani, tecnico dell’azienda per il diritto agli studi universitari. Gli stessi erano stati condannati, inoltre, a pagare provvisionali ai parenti delle giovani vittime: il giudice, infatti, aveva disposto il pagamento di 100mila euro a ciascun genitore e di 50mila euro a ogni fratello o sorella. Un importo complessivo che si aggira sui 2 milioni di euro.
Numerose le parti civili a cui e’ stato riconosciuto un risarcimento. Tra queste il Codacons, Cittadinanza attiva e il Comune dell’Aquila, a cui sono stati riconosciuti 5mila euro ciascuno. Con la formual “per non aver commesso il fatto” erano stati assolti Luca D’Innocenzo e Luca Valente, all’epoca – rispettivamente – direttore e presidente Adsu, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori. Il non luogo a procedere era stato disposto per Giorgio Gaudiano, che negli anni ’80 ha acquisito la struttura da un privato per conto dell’ateneo aquilano, e Walter Navarra, che ha svolto lavori minori. Per loro, che avevano scelto il giudizio ordinario, il processo era nella fase dell’udienza preliminare.
Nelle motivazioni sul crollo della Casa dello Studente, il Gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha dedicato un capitolo sull’incidente del terremoto del 6 aprile nell’edificio crollato. “Si e’ trattato – afferma il Gup – di un terremoto certamente non eccezionale per il territorio aquilano ed assolutamente in linea con la sismicita’ storica dell’area. E’ interessante considerare – prosegue – un altro dato fornito dai consulenti: nel mondo vengono rilevati 120 terremoti di intensita’ pari a quello aquilano. Il terremoto dell’Aquila non rappresenta un caso eccezionale nel quadro della sismicita’ tipica dell’area e, addirittura, le sue caratteristiche sismogenetiche rientrano perfettamente in quanto previsto negli elaborati di pericolosita’ utilizzati per aggiornare l’assegnazione dei comuni alle zone sismiche e per definire gli spettri della nuova normativa di settore. Il sisma non era affatto imprevedibile essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l’area aquilana”.