L’AQUILA – Il Comune dell’Aquila è stato ammesso come parte civile nel processo riguardante il crollo della facoltà di Ingegneria a Roio. Nell’ambito dello stesso procedimento sempre il giudice ha rigettato la richiesta di estromissione dell’Università dell’Aquila, mentre ha accolto invece quella di estromissione dell’associazione CittadinanzAttiva Onlus. Lo ha deciso il giudice Unico del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi.
L’Amministrazione comunale ha anche chiesto un risarcimento di un milione di euro mentre l’Università ne ha chiesti circa dieci anche per i danni morali subiti dall’Ateneo dopo il terremoto. Di questi infatti 5,5 di danno patrimoniale e 4 per i danni d’immagine che si sono concretizzati con il calo di iscritti. Nel corso delle indagini preliminari il procuratore capo della Repubblica, Alfredo Rossini, scomparso lo scorso agosto, aveva evidenziato che se il terremoto fosse accaduto in pieno giorno nella facoltà ci sarebbero state duemila vittime.
Per la vicenda sono sette sono gli imputati accusati di disastro innominato colposo: i progettisti Gian Ludovico Rolli, 79 anni, di Roma, Giulio Fioravanti, 67, di Roma, e Massimo Calda, 63, di Bologna. Imputati anche gli ingegneri Carmine Benedetto, 47 anni, aquilano, direttore di cantiere; Ernesto Papale, 59, di Roma, direttore dei lavori; Sergio Basile, 78, e Giovanni Cecere, 82, questi ultime due collaudatori. Tutti sono accusati a vario titolo per avere redatto il progetto architettonico e variante dell’area di ingresso del corpo a in modo incompleto e carente, tra il 1988, quando fu assegnato l’incarico, e il 1994, periodo della realizzazione.